> > Muore il rapper di X-Factor Cranio Randagio dopo una festa con gli amici

Muore il rapper di X-Factor Cranio Randagio dopo una festa con gli amici

cranio randagio

Scrive il suo amico Mika su Twitter: "la tua vita non doveva finire così presto". Vittorio Bos Andrei, 22 anni, rapper.  Noto come Cranio Randagio. E’ stato trovato morto nel suo quartiere , Balduina a Roma. Morto dopo una festa  con  gli amici. Si è addormentato e non si è svegliato pi...

Scrive il suo amico Mika su Twitter: “la tua vita non doveva finire così presto”.

Vittorio Bos Andrei, 22 anni, rapper. Noto come Cranio Randagio. E’ stato trovato morto nel suo quartiere , Balduina a Roma. Morto dopo una festa con gli amici. Si è addormentato e non si è svegliato più. E’ stato il figlio del padrone di casa a tentare di rianimarlo ed a chiamare l’ambulanza. Purtroppo non c’è stato nulla da fare, prima dell’arrivo dei soccorsi Vittorio era già deceduto. Solo l’autopsia potrà fare luce sulle reali cause della morte del rapper. Due le ipotesi: un mix letale di alcol e droga o un malore improvviso. Domani avremo finalmente la conferma.

Cranio Randagio aveva partecipato a X Factor, dove è stato elogiato da Mika, in veste di giudice, per il suo grande talento. Mika dichiara: “Quando incontri qualcuno tanto giovane, non immagini che la sua vita potrebbe finire così presto. Il mio pensiero va alla madre e alla famiglia di Vittorio Cranio Randagio. Ricorderemo la sua grande voglia fare musica e condividere quello che sentiva”.

Il ragazzo con “la fame di un lupo e il cuore di un cane” come cantava, era laureato, colto, attento, grande amante della musica. Un ragazzo veramente molto apprezzato dai tutti i suoi coetanei. E proprio questo pomeriggio gli amici, increduli, si sono riuniti alla Balduina ed hanno scritto, tra lacrime e strazio al cuore, una lettera …..
“Ciao Vit, è strano trovarci tutti insieme riuniti dietro un computer, cercando le parole giuste per descrivere quello che sei per noi. A salutarti, per l’ultima volta. Avremmo preferito farlo a modo nostro, ieri sera, nel bel concerto che avevamo organizzato tutti insieme per riabbracciarti. Era tutto organizzato: la location, la scaletta, la strumentazione. A te sarebbe bastato portare il tuo sorriso contagioso e la tua irrefrenabile voglia di cantare la vita in versi: ne sarebbe uscita una serata perfetta. In fondo la nostra amicizia è sempre stata così: anche quando la tua musica e le tue passioni ti portavano lontano da noi, ad ogni tuo ritorno era come se non ci fossimo mai persi di vista. Il tempo che ci divideva non ostacolava il nostro rapporto perché il bene che ci volevamo è sempre stato più grande di quelle distanze che tentavano invano di tenerci separati. E no, neanche il successo che hai ottenuto è riuscito a farti montare la testa e a permetterti di dimenticarti di noi: sei rimasto sempre fedelmente riconoscente alle tue origini, a quella strada che ci ha visti crescere insieme, mano nella mano, un centimetro dopo l’altro. Non senza batoste – continua la lettera -. Quella strada che era il tuo pane quotidiano e l’anima dei tuoi testi. La tua sensibilità riusciva a mettere in rima la vita di tutti i noi: dalla serata in terrazza, alla birra tutti insieme, all’incontro in oratorio con gli scout. Sempre a modo tuo, senza farti mai mettere i piedi in testa da nessuno. Volevi essere unico, perché tu eri unico. Eri te stesso nell’errore e nella cosa giusta: non hai avuto due facce, non hai mai indossato la maschera del buono o quella del cattivo. Eri sempre Vittorio». E, ora, scrivono ancora gli amici, «quel randagio di Vittorio che ci ha lasciati così, con un computer in mano e un vuoto troppo grande dentro al cuore. Ladri di emozioni: la morte si piange, non si discute”.