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Lazio: neonata venduta per 20.000 euro. Rifiutata perché mulatta

Neonata venduta

Assurda vicenda a Latina, che ha visto una neonata essere venduta ad una latinense per poi essere restituita a causa della carnagione della bambina

Ha dell’incredibile la vicenda verificatasi a Latina, nel Lazio: una neonata sarebbe stata venduta ma poi restituita per via del colore della propria pelle. Il tutto per una cifra pari a 20.000 euro. I poliziotti della squadra mobile di Latina hanno arrestato, dopo un’indagine piuttosto complessa, le tre persone al centro di questa sconcertante vicenda, la finta madre della bambina, Francesca Zorzo, Nicoleta Tanase, romena che l’ha partorita, e Iussef Berrazzouk, marocchino che ha svolto il ruolo di intermediario tra le due.

E’ stato un piano architettato fino ai minimi dettagli, per far credere che si fosse trattato di un normalissimo parto, da parte di Francesca Zorzo, trentacinquenne latinense, già madre di un bambino ma desiderosa di una nuova figlia. Innanzitutto i contatti con il marocchino Berrazzouk e il ruolo di primo piano di Nicoleta Tanase, romena partoriente di una figlia probabilmente non voluta. Dopodiché la simulazione della Zorzo stessa, la quale ha inscenato la gravidanza indossando con i conoscenti una pancia comprata online. Sembra quasi la sceneggiatura di un film, una sceneggiatura scritta talmente tanto bene da sembrare praticamente vera. Il piano prevedeva come passaggio conclusivo, l’appuntamento all’ufficio anagrafe per l’iscrizione della neonata, richiesto dalla finta madre. La latinense aveva dichiarato che la figlia era nata in casa.

Tutto sembra procedere senza intoppi, ma qualcosa va storto, ed è un elemento determinante per far andare all’aria l’assurdo progetto. La bambina, infatti, nata da madre romena e padre africano, originario del Mali, è di carnagione mulatta. La finta madre ed il marito, il quale è attualmente in carcere, sono entrambi italiani. Dunque come poter far credere che quella bambina fosse sua figlia? Da qui il ripensamento e la decisione di restituire la piccola alla partoriente.

I continui rinvii all’ufficio anagrafe sono stati l’elemento che hanno iniziato a fare insospettire i responsabili dell’ufficio. Da qui l’inizio dell’indagine da parte della squadra mobile di Latina, persino con l’aiuto di investigatori. Infine la confessione della madre della Zorzo di ciò che era accaduto. Arrestati i tre responsabili della vicenda, la neonata è stata affidata ad una casa famiglia.