> > Premiato l'ultrà più vecchio d'Italia

Premiato l'ultrà più vecchio d'Italia

ultrà, nonno ciccio

Ultrà un po' particolare a Foggia. E' Nonno Ciccio, 90 anni, dei quali ben 80 al seguito della propria squadra. Un amore iniziato a 10 anni e mai finito

Ultrà è il nome con cui viene identificato un tifoso organizzato di una società sportiva. Un fenomeno legato agli sport di squadra. Nel calcio il mondo ultrà è molto diffuso e radicato. In pratica ogni società, di qualunque categoria ha i propri. Non sempre salgono agli onori della cronaca in maniera positiva, purtroppo, talvolta, lo fanno per azioni non propriamente da ricordare.

Ma c’è anche il lato buono degli ultrà. E’ bene ricordarlo sempre. Poi al termine ultrà non è neppure giusto avvicinarlo a quello “giovane”. Sì, perché in questo caso specifico, l’ultrà ha la bellezza di 90 anni, è nonno Ciccio, una star conosciuta oramai in tutto il nostro Stivale ma oramai famoso anche all’estero dove ci sono giornali che gli dedicano articoli a non finire.

Dall’età di 10 anni segue il Foggia, la squadra del suo cuore, in tutte le gare casalinghe e dai 20 anni invece non si fa mai mancare una trasferta. Quindi, facendo i calcoli possiamo benissimo dire che sono 80 anni che non manca mai allo stadio per sostenere i propri beniamini.

Dal 1945 questo arzillo vecchietto non manca mai per un atto di amore e fedeltà che in pratica non ha eguali in giro per la Penisola. Domenicalmente si prepara per bene, esce di casa e quindi va allo stadio quando il suo Foggia gioca in casa mentre prepara gli attrezzi del mestiere prima per seguire i rossoneri in tutte le trasferte stagionali.

Foggia che ha seguito in tutti i tornei, dalla Serie A sino alla Serie D, passando dalla Valle d’Aosta alla Sicilia come se fossero l’una vicina all’altra. Ha potuto ammirare la squadra di Zeman con i vari Baiano e Signori ma anche alcune formazioni che proprio bella figura non hanno fatto. E naturalmente l’ha fatto con qualunque tempo, dal sole cocente alla pioggia torrenziale.

E’ stato ad esempio lo scorso anno a Pisa per la finale promozione dalla Lega Pro che non gli ha portato grande soddisfazione. Quest’ultima invece se l’è presa totalmente in questa stagione con la promozione e il ritorno in Serie B del Foggia.

E l’abbigliamento? Quello è praticamente sempre lo stesso. Porta il capello bianco lungo raccolto dietro, un cappellino sulla fronte con tante coccarde rossonere, la felpa indosso ovviamente coi colori del Foggia, spille di vario genere e un giubbotto di pelle. Addirittura, durante le gare casalinghe allo stadio Zaccaria, riceve un coro tutto personalizzato.

Lontano dalla sua Puglia lo si riconosce comunque. Nonno Ciccio infatti reca con se la bandera e uno striscione con la scritta “W Foggia – Nonno Ciccio – pace tra gli ultras”. E quindi via al tifo piùsfrenato. Ma non sempre è stato in compagnia. A Catania infatti si è presentato da solo. In Sicilia è arrivato con la sua vettura dopo 15 ore interminabili di viaggio.

Resta da capire come si arrivato così in forma ai 90 anni. Ebbene lui stesso ha riferito che il segreto è stato quello di non fumare, non bere alcool, mai un caffé, solamente tante buone camomille alla mattina. La prima trasferta? A 10 anni a 40 chilometri da Sant’Agata in bicicletta, mezzo sottratto di nascosto ad un cliente dello zio. Al ritorno poi fora una gomma ed è costretto a tornare a casa a piedi.

Quando non segue il Foggia, fa il contadino aiutando il figlio Lorenzo. Per Ciccio anche un brutto periodo: tra il 1937 e il 1945 quando è stato costretto a non seguire i rossoneri in quanto il campionato era stato sospeso e lui era stato catturato ad El Alamein e condonno dagli inglesi in nghilterra quale prigioniero dove si mise a fare il guardiano di vacche.

Nonno Ciccio sarà premiato in Puglia, a Sant’Agata, dall’Associazione Santagatesi nel Mondo conferendogli il Premio Sant’Agata per lo Sport. La motivazione? Aver promosso i “nobili valori del tifo sportivo e dell’amore genuino per la propria squadra”.