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Referendum costituzionale: nessun rinvio secondo Renzi

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Il terremoto che ha di recente colpito ampie zone del Centro Italia costringe a una riflessione sul referendum costituzionale. E’ stato Pierluigi Castagnetti a lanciare l’idea che, a seguito del terremoto che ha colpito il Centro Italia, possa essere necessario rinviare il referendum costituzio...

Il terremoto che ha di recente colpito ampie zone del Centro Italia costringe a una riflessione sul referendum costituzionale.

E’ stato Pierluigi Castagnetti a lanciare l’idea che, a seguito del terremoto che ha colpito il Centro Italia, possa essere necessario rinviare il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Dalle colonne di Repubblica, Castagnetti ha evidenziato le difficoltà pratiche per organizzare e gestire le votazioni nelle zone terremotate, nonché il problema più generale legato a una campagna elettorale che si svolge in un paese in piena emergenza.

“Ci sono tre regioni coinvolte e decine di migliaia di sfollati. Non riesco a immaginare in quali luoghi si possa votare all’interno delle zone terremotate e con quali scrutatori”, ha detto Castagnetti.

Renzi per il no al rinvio del referendum

Matteo Renzi si è già espresso, parlando al termine del Consiglio dei Ministri incentrato proprio sulla gestione dell’emergenza sismica. Il rinvio del referendum, ha detto il premier, “è una cosa che per quello che mi riguarda non esiste. Il referendum si tiene il 4 dicembre come fissato, nessuno ci ha chiesto peraltro di fare il contrario, è una boutade giornalistica”.

A Renzi hanno fatto eco molti altri rappresentanti politici. Dal capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, secondo il quale “il prolungamento della campagna elettorale e dello scontro politico non farebbe bene” al paese e “non sarebbe positivo nemmeno per l’ordinata vita delle istituzioni”, a Renato Brunetta, secondo il quale “ipotesi e voci di rinvio del referendum sono fantapolitica”.

Molti i pareri favorevoli ad un rinvio

Altrettanti sembrano però essere i pareri favorevoli a un rinvio del voto. Secondo Maurizio Sacconi, si potrebbe “sostituire subito la campagna elettorale con una stagione di responsabilità repubblicana”, mentre Gianfranco Librandi (Civici e Innovatori) ha dichiarato che “sarebbe opportuno rinviare il referendum alla primavera del 2017, magari abbinandolo con il turno delle elezioni amministrative”.