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Roma, fermata la realizzazione del nuovo stadio: "In quell'area non si può fare"

Roma, fermata la realizzazione del nuovo stadio: "In quell'area non si può fare"

Ecco l’annuncio dell’assessore allo Sport Daniele Frongia che arresta l'esito positivo del progetto Tor di Valle: "In quell’area lo stadio non si può fare". E' stata un’altra lunga giornata di incontri e conclusasi con l'annuncio sconvolgente da parte dell’assessore allo Sport Daniele F...

Ecco l’annuncio dell’assessore allo Sport Daniele Frongia che arresta l’esito positivo del progetto Tor di Valle: “In quell’area lo stadio non si può fare”.

E’ stata un’altra lunga giornata di incontri e conclusasi con l’annuncio sconvolgente da parte dell’assessore allo Sport Daniele Frongia. Una lapidaria affermazione che rischia di mettere davvero a repentaglio il buon esito del progetto Tor di Valle: “In quell’area lo stadio non si può fare“. Punto. In realtà, a sancirlo non è stato l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, ma la Soprintendenza archeologica del Comune di Roma. Ieri, la comunicazione ufficiale. Pare che il procedimento di dichiarazione di interesse del celebre ippodromo, inaugurato nel 1959, sia stato comunque avviato. Ma nello specifico, il documento recita in questo modo: “Le altezze di eventuali opere non dovranno superare quella delle esistenti”. In parole povere: dove non c’è niente non si può costruire niente; dove c’è la tribuna, se ne può, al limite, erigere una uguale. Quindi?

Ci si chiede come mai questo parere venga diffuso soltanto ora, a più di 2 anni dall’approvazione della delibera di pubblica utilità della struttura. E ad almeno 3 dall’invio del primo studio di fattibilità. Un lungo arco temporale all’interno del quale i soggetti proponenti hanno sborsato circa 60 milioni di euro. E ora? La Soprintendenza non lascia dubbi. “Il vincolo è ineludibile“. A questo punto, le strade percorribili non sembrano molte. E’ probabile che si prenda semplicemente atto dell’avvio della procedura e che non si dia parere favorevole al progetto. E se si ignorasse la comunicazione della Soprintendenza? No. Un’ulteriore proroga di un mese? Meglio che niente. Una causa multimilionaria? Forse. Ma sono in molti ad avere avuto il dubbio che, in realtà, ci sia una forzatura a costruire questo stadio da un’altra parte. Certo è che, senza uno nuovo, che cosa farà Pallotta? E che cosa ne sarà della Roma?