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Voucher e appalti: referendum indetto per il 28 maggio

Voucher e appalti: referendum indetto per il 28 maggio

Il Consiglio dei ministri ha deciso che il referendum proposto dalla CGIL su voucher e appalti si terrà il prossimo 28 maggio. Forse nessun accorpamento con le amministrative. Per votare sull'abolizione dei voucher andremo alle urne il prossimo 28 maggio. Il Consiglio dei ministri ha infatti oggi...

Il Consiglio dei ministri ha deciso che il referendum proposto dalla CGIL su voucher e appalti si terrà il prossimo 28 maggio. Forse nessun accorpamento con le amministrative.

Per votare sull’abolizione dei voucher andremo alle urne il prossimo 28 maggio. Il Consiglio dei ministri ha infatti oggi stabilito la data dei referendum che riguardano “abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti” e “abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)”. La notizia della definizione della data del referendum sui voucher è stata comunicata in una nota da Palazzo Chigi. Molto probabilmente non ci sarà alcun accorpamento di questa consultazione con le elezioni amministrative che si terranno in oltre mille comuni italiani, la cui data non è ancora stata fissata, anche se alcune fonti di governo hanno parlato dell’11 giugno.

I quesiti proposti dalla CGIL erano inizialmente tre. Quello relativo alle norme sui licenziamenti illegittimi contenute nel Jobs Act, tuttavia, non ha ricevuto l’approvazione della Consulta, per cui saremo chiamati a segnare la nostra preferenza solo su due schede. Il quesito relativo ai voucher ne prevede la totale abolizione, mentre quello in materia di appalti chiede l’abrogazione di una parte dell’art. 29 della Legge Biagi, affinché si abbia uguale responsabilità tra appaltatore e appaltante nei confronti di ciò che accade nei rapporti di lavoro.

In attesa che si celebri il referendum abrogativo, comunque, la legge che regola i voucher potrebbe essere cambiata dal Parlamento. Pare, infatti, che sia stato raggiunto un accordo per restringere l’uso dei buoni lavoro solo alle famiglie, alle imprese senza dipendenti e agli studi professionali, che potranno servirsene per il pagamento di tutte quelle prestazioni che normalmente erano svolte “in nero”. La modifica prevedrebbe anche l’imposizione di un massimale annuo, oltre il quale non sarebbe più possibile far ricorso ai voucher. Se dovesse arrivare una legge o un decreto prima del 28 maggio, la consultazione referendaria potrebbe non tenersi.