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Alessandro Cascone morto a 13 anni a Gragnano, ai funerali la lettera di un amico d'infanzia

Funerale straziante per Alessandro Cascone

“Mi dispiace, non doveva andare così. Spero che dove sei adesso tu stia meglio": l'addio ad Alessandro Cascone e la lettera di un suo amico d'infanzia

Alessandro Cascone morto a 13 anni a Gragnano, ai funerali la lettera di un amico d’infanzia ha rappresentato forse il momento più toccante di un funerale straziante con cui la comunità e l’Italia hanno detto addio al ragazzino di Napoli morto forse a causa di una serie di atti di cyberbullismo su cui indaga la Procura di Torre annunziata. In quel delicato fascicolo compaiono 6 indagati, per istigazione al suicidio: quattro minorenni e due maggiorenni, fra cu una ex fidanzatina della vittima.

La musica di “Nuovo cinema Paradiso”

A Gragnano sono arrivati tutti, incluso l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, monsignor Franco Alfano che ha officiato le esequie accompagnate dalle musiche di “Nuovo cinema paradiso” nel chiostro di Sant’Agostino. Telecamere e microfoni dei giornalisti banditi e comunità blindata nel suo dolore, come ribadito dal sindaco Aniello D’Auria che ha proclamato il lutto cittadino. Ed alla bara di Alessandro, ornata dalla bandiera britannica e dalla maglia di Dybala, si è voluto rivolgere un amico d’infanzia del 13enne con parole strazianti.

La lettera di un amico ad Alessandro Cascone

Ecco cosa ha detto: “Caro Alessandro, avevamo 3 anni quando per la prima volta ci siamo conosciuti tra i tanti dell’asilo e i tanti bambini e ci siamo subito legati. Volevamo divertici con poco, poi abbiamo conosciuto altri amici, sviluppato altri interessi, altri passi, come giusto che sia, ma noi due c’eravamo ancora”. E poi: “E a dire la verità non pensavamo che a 13 anni ci saremmo allontanati così presto e in questo modo. Che brutto scherzo che hai fatto, non ci posso credere che non ci sarai più. In senso fisico, intendo, perché mio amico sarai per sempre oggi più che mai”. Poi la chiosa: “Mi dispiace, non doveva andare così. Spero che dove sei adesso tu stia meglio. Non ti dimenticherò mai e sono sicuro che anche tu non mi dimenticherai. E il vescovo ha tuonato prendendo spunto dalle Beatitudini: “Guai a voi che ora ridete calpestando i fratelli e guai a voi perché poi piangerete”.