> > Baby monitor per spiare Alex Britti: la condanna per l’ex compagna Nicole P...

Baby monitor per spiare Alex Britti: la condanna per l’ex compagna Nicole Pravadelli

Alex Britti

Privacy violata dalla tecnologia: il baby monitor per controllare Alex Britti porta alla condanna dell’ex compagna Nicole Pravadelli.

Il rispetto della vita privata è un diritto fondamentale, ma può essere messo a rischio da comportamenti illeciti come la videosorveglianza non autorizzata. Il caso di Nicole Pravadelli e Alex Britti evidenzia come strumenti tecnologici, normalmente innocui, possano trasformarsi in mezzi di intrusione nella sfera personale, con conseguenze legali e familiari significative.

Alex Britti e Nicole Pravadelli: il passato e la vita familiare della coppia

Originaria di Milano, Nicole Pravadelli ha vissuto a Roma durante la relazione con Britti, durata dal 2013 al 2019. Il cantante ha più volte descritto la donna come una figura capace di rivoluzionare la sua vita, nonostante la differenza di età di 22 anni tra loro. La coppia si era incontrata nel 2013 in Sardegna, durante un viaggio di lavoro di Britti, e aveva instaurato subito un legame intenso.

La nascita del figlio Edoardo ha segnato un momento cruciale per il cantautore, che ha sottolineato come la paternità abbia rappresentato per lui un cambiamento significativo e positivo. Dopo la separazione nel 2019, Edoardo vive alternandosi tra le abitazioni dei genitori, trascorrendo circa 15 giorni con ciascuno.

Alex Britti, l’ex compagna condannata a sei mesi: lo spiava con un baby monitor

Nicole Pravadelli, ex compagna di Alex Britti, è stata condannata a sei mesi dal tribunale di Roma per interferenze illecite nella sfera privata del cantautore. Secondo l’accusa, nel maggio 2022 la donna avrebbe installato nella casa di Britti un dispositivo di videoregistrazione collegato a internet, che le permetteva di osservare e raccogliere immagini e informazioni riguardanti la vita privata dell’artista.

Il meccanismo utilizzato sarebbe stato un baby monitor, normalmente impiegato per controllare i bambini a distanza. Pravadelli avrebbe installato il dispositivo con l’intento di documentare una presunta relazione di Britti, presumibilmente per utilizzarne le prove nel contesto della causa civile per l’affidamento esclusivo del loro figlio Edoardo, nato nel 2017.

La sentenza, che ha visto Alex Britti come parte civile rappresentata dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Alessia Casinelli, prevede anche il pagamento di un risarcimento pari a 6.000 euro.