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Alfie Evans: ecco come Liverpool celebra i suoi funerali

Alfie Evans

Fiori bianchi, peluche e soldatini: così Liverpool dà l'ultimo saluto al "piccolo guerriero"

La sua storia ha scosso le coscienze di tutti. Il caso del piccolo Alfie Evans, insieme alla questione morale che fa da sfondo alla vicenda, ha fatto presto il giro del mondo. Il nostro Paese lo aveva dichiarato cittadino italiano. L’obiettivo era quello di potarlo a Roma, per cercare di curarlo. A ospitarlo sarebbe stato l’ospedale Bambino Gesù. Ma il piccolo guerriero”, vittima di una gigantesca macchina burocratica e giudiziaria, ha perso la sua battaglia contro il male di cui era affetto. Durante la giornata di lunedì 14 maggio 2018, centinaia di persone si sono radunate a Liverpool per dirgli addio. Circondato da cuori azzurri, soldatini e fiori bianchi, il piccolo Alfie è volato in cielo circondato da tanto affetto.

I funerali di Alfie Evans

La storia di Alfie Evans è tristemente famosa in tutta il mondo. Il bimbo di nemmeno 2 anni, affetto da una malattia cerebrale degenerativa, è morto il 28 aprile scorso, dopo che i genitori avevano perso l’ultima battaglia con i tribunali per tenerlo in vita. Avevano lottato tanto contro quella giustizia inglese trasformatasi in ingiustizia e che nulla ha fatto per aiutare il loro piccolo. Così, lunedì 14 maggio la città di Liverpool si è preparata a dare l’ultimo saluto ad Alfie. Stretti in quell’ultimo straziante addio, in tanti si sono mostrati vicini alla sua giovane famiglia.

Le immagini diffuse dalla Bbc online mostrano diverse centinaia di persone assistere al passaggio dell’auto con la bara del piccolo. Dopo essere passati davanti allo stadio dell’Everton di cui è tifoso il papà Tom Evans, il corteo funebre è stato seguito da un funerale privato, per volere dei genitori.

Sulla piccola bara bianca, a tenere compagnia ad Alfie, sono stati messi dei soldatini. Sul tetto si leggevano le parole “guerriero” e “il nostro eroe”, interamente scritte con fiori bianchi. La grande folla ha applaudito al passaggio della bara. Presente anche il popolo di “Alfiès Army”, l’armata di sostenitori che in questi lunghi mesi ha affiancato la battaglia dei giovani genitori per non far staccare i macchinari che tenevano in vita il bambino. La vicenda ha inevitabilmente suscitato un’incredibile attenzione internazionale e mediatica. Immediato è stato il supporto di Papa Francesco. I genitori del piccolo avrebbero voluto portare Alfie in Italia, dove gli era già stata concessa la cittadinanza. I tribunali però gliel’hanno impedito. Il bimbo, nato nel maggio del 2016, era stato ricoverato a dicembre dello stesso anno e vi è rimasto fino alla morte.

Alfie Evans

La storia del “piccolo guerriero”

Nato il 9 maggio 2016, Alfie Evans è morto a distanza di due settimane dal compimento del suo secondo compleanno. E pochi giorni dopo, il 14 maggio, si sono tenuti i suoi funerali.

Il bimbo era affetto da una gravissima malattia neurodegenerativa ed è sopravvissuto per mesi grazie a un macchinario per il supporto vitale. Una vicenda al centro di una battaglia tra i genitori e la giustizia inglese, che ha dichiarato inumano continuare a mantenere in vita il bambino artificialmente. Così, è entrata in scena anche l’Italia, che ha offerto cure mediche presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma.

In un tentativo disperato di convincere le autorità inglesi a concedere il trasferimento del piccolo nelle strutture del Bambino Gesù, i genitori hanno sperato fino all’ultimo. Ma le autorità britanniche non hanno lasciato alcuna concessione. Dopo essere stata “staccata la spina”, Alfie ha continuato a vivere. Fino a quel drammatico 28 aprile, quando ha detto addio ai suoi genitori e a tutti coloro che, in questi mesi, gli hanno mostrato così tanto affetto