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Anche Google celebra Halloween: ecco il doodle con i corvi e il sabba

Un particolare del doodle di google "con sabba"

Anche Google celebra Halloween: ecco il doodle con i corvi e il sabba con il quale l'azienda ha voluto onorare una festività macabra ma simpatica

Anche Google ha deciso di celebrare Halloween: ecco dunque il doodle del 31 ottobre e della notte fino al primo novembre con i corvi e il sabba. Il simpatico doodle tematico ritrae infatti due uccelli dall’aria macabra ma simpaticissima che fanno due cose che per la Notte delle Streghe sono un vero must: intagliare una zucca e preparare una pozione in modalità “sabba”.

Anche Google celebra Halloween: il doodle e le origini della festa

Halloween è festa ormai planetaria e Google non poteva certo restare inerte: prima di egemonizzare i social network la festa è stata festa mistica e di nicchia. Il nome deriva dallo scozzese Hallow-e’en, per indicare “the eve of All Saints”, la vigilia di Ognissanti. Dalla metà del diciottesimo secolo la festa iniziò a prender piede nei paesi sassoni dell’età moderna ma le sue origini sono millenarie, più che secolari.

Dai riti celtici a Google: da quando si celebra Halloween, oggi anche sul web

Halloween affonda le sue radici nella cultura celtica e nei riti di celebrazione della fine dell’estate, durante i quali si credeva che i morti usassero apposite congiunture per tornare sulla terra. Il Cristianesimo poi fece sua la parte “collegiale” di Halloween sovrapponendovi la Festa di Tutti i Santi.

Il dolcetto che simboleggia le elemosina ed finanche Google che celebra Halloween con zucche, corvetti a sabba

E l’abitudine dei bambini di bussare alle porte ingiungendo il simpatico “trick-or-treat”, “dolcetto o scherzetto”risale al Mediovevo. In quell’era i mendicanti bussavano agli usci la notte di Ognissanti per chiedere le elemosina a domicilio. Perché? Perché era una notte suscettibile del ritorno degli spiriti, e una maledizione lanciata da un mendicante insoddisfatto o addirittura ignorato avrebbe avuto più effetto. I mendicanti poi, poveracci, per vestirsi usavano abiti spaiati e bizzarri e non avevano certo una aspetto bello e salutare, da cui l’immaginario che li trasformò in “mostri”.