> > Assolto dopo che tradisce la fidanzata con la cugina che lo denuncia per stupro

Assolto dopo che tradisce la fidanzata con la cugina che lo denuncia per stupro

Un uomo è stato assolto dall'accusa di stupro

In aula diventano fondamentali le chat della donna con alcune amiche: assolto dopo che tradisce la fidanzata con la cugina

Un vero calvario giudiziario che arriva da Milano, dove un uomo viene assolto dopo che tradisce la fidanzata con la cugina che lo denuncia per stupro. Secondo l’accusa poi caduta avrebbe avuto un rapporto sessuale nel bar che gestiva ed era finito sotto processo per violenza. Il Corriere della Sera spiega che l’ex imputato avrebbe avuto un rapporto sessuale con la fidanzata dentro il bar che gestiva ed è uscito mondo da ogni accusa.

La possibile denuncia per calunnia

E la denunciante? Lei è stata segnalata dalla giudice Fiammetta Modica in Procura e potrebbe incappare in un’azione penale per calunnia. La denuncia era del novembre 2021 e la donna aveva verbalizzato di essere stata forzata ad avere un rapporto sessuale nel bagno del bar.

Tradisce la fidanzata con la cugina, assolto

La “vittima” aveva anche spiegato che il presunto offender le avrebbe lasciato anche quaranta euro nella borsa. E l’allora indagato? Aveva confermato di aver avuto un rapporto con la donna, ma di essere certo che quest’ultima “comprendeva perfettamente quanto stesse accadendo, tanto che prima di uscire mi disse ‘Non so come farò a guardarti negli occhi a Natale’ riferendosi al fatto che erano soliti passare le feste in famiglia”. Dopo le indagini sulle chat nel cellulare della ragazza era emerso un “senso di colpa che si sarebbe poi sviluppato in una falsa accusa”. Ecco uno stralcio di una conversazione con un’amica: “Ho fatto un macello. Sono stata con lui, ora sto piangendo, sono una m… di persona, io non ci sto dentro, sto male“.

Le chat con le amiche e il “senso di colpa”

E ancora: “Io ero più sul no che sul sì”. Poi in chiosa: “Mi ha obbligata, tenendomi per i capelli”. La giudice ha tuttavia ravvisato una volontà ad arricchire “il proprio racconto di elementi idonei a screditare l’uomo e, al contempo, a preservare una positiva immagine di sé”. E Davide Steccanella, difensore dell’uomo, ha detto che la spiegazione della donna sarebbe stata “mendace e strumentalmente volta alla demolizione dell’immagine dell’imputato“.