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Attentato: le 8 cose da fare e gli errori da evitare

Attentato

Dopo l'attentato avvenuto alla Manchester Arena, l'Ufficio di Sicurezza Nazionale Antiterrorismo inglese ha elencato 8 cose da fare in caso di emergenza.

Viviamo in un’epoca di attentati terroristici. Da Parigi in poi, fino all’ultimo avvenuto a Manchester, la paura di subire attentati terroristici è fatta propria da ogni paese europeo e non. Partendo proprio dall’esito devastante dell’ultimo attentato avvenuto alla Manchester Arena (Salman Abedi è stato identificato come attentatore), l’Ufficio di Sicurezza Nazionale Antiterrorismo inglese ha stilato un elenco di 8 cose da fare nel caso ci si ritrovi in un attentato.

  1. Mantenere la calma e individuare una via di fuga: la tendenza a fingersi morti nella speranza di venire ignorati non aiuta.
  2. Nascondersi dietro un muro: nel caso la fuga sia ostacolata, conviene nascondersi dietro un valido supporto. Un muro è sicuramente più resistente di vetrate, pilastri di legno o di metallo: questi ultimi potrebbero non fermare i proiettili.
  3. Chiudere a chiave la porta
  4. Impostare i cellulari su “silenzioso”: nel caso ci si sia nascosti, un cellulare che squilla all’improvviso può rivelare facilmente la propria posizione.
  5. Contattare i servizi di emergenza: sempre nel fortunato caso in cui ci si è nascosti, bisogna provare a contattare la polizia. Oltre a indicare il luogo, è consigliabile anche dire se ci sono ostaggi e feriti.
  6. Non unirsi a gruppi di gente in fuga ed evitare mezzi pubblici: per quanto riguarda, invece, chi è riuscito a scappare, non conviene immischiarsi con la folla impaurita, perché per gli attentatori è più facile sparare nel mucchio. Stesso concetto si può applicare per l’utilizzo di mezzi pubblici.
  7. All’arrivo della polizia, alzare le mani: in questo modo ci si rende riconoscibili agli occhi della polizia e non ci si può confondere con gli attentatori.
  8. Tenersi sempre pronti: anche quando non è successo nulla, ma ci si trova in luoghi pubblici e affollati, è diventato necessario tenersi pronti al peggio. Ovunque ci si trovi, anche nella situazione più tranquilla possibile (almeno in apparenza) bisogna sempre individuare le uscite di emergenza, di modo da essere preparati in caso di eventi catastrofici.

Hide, run, tell

Oltre, alla base delle otto regole sopra elencate, l’Ufficio di Sicurezza ha individuato anche tre concetti fondamentali che, imparati quelli, potranno ugualmente offrire una via di salvezza a chi è in pericolo: hide “nasconditi”, run “corri”, tell “segnala”. Il nascondersi, scegliendo un luogo sicuro, può assicurare una salvezza temporanea, finché non ci sarà l’arrivo dei soccorsi. Correre è, invece, ciò che si deve fare per fuggire: abbiamo visto, infatti, come usare i mezzi pubblici possa solo complicare la situazione. E’ il caso di mettersi in fuga con le sole proprie forze. Segnalare il luogo dell’attentato e la situazione che si sta vivendo al momento è il razzo segnalatore che porterà i soccorritori a giungere in fretta.

L’epoca degli attentati

Questi i consigli da tenere a mente, ma non è certo facile pensare in maniera lucida in occasioni del genere. Di sicuro il consiglio che colpisce di più è l’ultimo degli otto: tenersi sempre pronti. Come si diceva all’inizio, siamo in un’epoca di attentati terroristici e non è mai prevedibile il luogo scelto dagli attentatori. Ormai ogni manifestazione pubblica porta spavento, dal Giubileo al carnevale di Venezia, e i controlli raddoppiati non sono sempre una garanzia. Per questo deve diventare abitudine comune “guardarsi e spalle” in ogni occasione. Dobbiamo, dunque, abituarci all’idea di poter essere sempre in pericolo? Non è detto che sia una situazione destinata a prolungarsi, ma di sicuro al momento nessuno è al sicuro.