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Bassetti contro il tracciamento: "A gennaio rischiamo di avere 10 milioni a casa e l'Italia ferma"

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Bassetti si è schierato contro il tracciamento dei contatti dei positivi che rischia, entro un mese, di lasciare a casa isolate 10 milioni di persone.

L’infettivologo del San Martino di Genova Matteo Bassetti ha lanciato l’allarme sul fatto che, con un numero così alto di tamponi effettuati e, di conseguenza, di casi positivi accertati, si rischia che dopo le feste 10 milioni di persone debbano stare ferme e in quarantena.

Bassetti contro il tracciamento

Intervistato da Lapresse, l’esperto si è chiesto cosa potrebbe accadere se, continuando a fare tamponi anche a chi non sintomi o magari ha un raffreddore, più di un milione di persone risultasse contagiata. “Vorrebbe dire avere 10 milioni di persone ferme e in quarantena“, ha affermato puntando il dito contro le regole che prevedono l’isolamento per decine di contatti stretti di un infetto.

Secondo lui, “per l’ampia diffusione del virus, il tracciamento non ha più senso“. Di qui il suo invito a smettere di pensare che, se qualcuno ha il tampone positivo, “pensa di essere appena uscito dal reattore nucleare di Chernobyl”. Continuando con questa strategia, ha aggiunto, tra un mese si rischia di avere l’Italia ferma.

Bassetti contro il tracciamento: “Stop al terrorismo”

Bassetti ha quindi invocato lo stop al terrorismo ribadendo che rispetto ai mesi scorsi la letalità del Covid è cambiata e i vaccini funzionano. “Non vorrei più trovare i soliti noti che la sparano più grossa ma vorrei vedere tante persone che abbandonano l’ideologia e pensano di più al Paese e si vaccinano“, ha concluso.