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Cagliari, bidella accusata di pedofilia si toglie la vita

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Nel Cagliaritano, bidella accusata di abusi sessuali su minore si suicida nella propria abitazione. Il biglietto lasciato recita: "Sono innocente".

A Sestu, nella provincia di Cagliari, una ex bidella si toglie la vita dopo la conclusione delle indagini aperte in seguito all’accusa di molestie sessuali su una bambina di 4 anni. La donna di 64 anni lascia un biglietto di addio con scritto: “La gente è solamente capace di giudicare. Sono innocente”. Sconvolta la comunità del paese sardo.

Bidella si suicida dopo le accuse di pedofilia

Aveva 64 anni ed era in pensione da due anni Agnese Usai, la bidella che la sera del 7 maggio 2018 si è tolta la vita nella sua casa a Sestu, nel Cagliaritano. A riportare la notizia in prima pagina è stato il giornale “L’Unione Sarda”. La donna aveva lavorato 40 anni come bidella nelle scuole materne e poco prima che andasse in pensione era stata accusata dai genitori di una bambina di avere molestato sessualmente la piccola. Agnese Usai, benché si fosse dichiarata innocente, era finita nell’occhio del mirino delle forze dell’ordine, che avevano aperto un’indagine per pedofilia e abusi sessuali su minore. Pesanti accuse, che, probabilmente, la donna non era più in grado di sopportare. Tuttavia, gli abitanti di Sestu non erano convinti della sua colpevolezza. Agnese Usai era sempre stata una lavoratrice modello, una donna integerrima che non aveva mai ricevuto un rimprovero sul lavoro e che, a detta dei compaesani sardi, non avrebbe mai potuto commettere una simile atrocità. La comunità di Sestu è rimasta profondamente scossa dal suicidio, che tutti attribuiscono allo stress che la donna non era più capace di tollerare.

Agnese Usai si è suicidata nella propria abitazione dopo aver ricevuto la notizia della fine delle indagini che la Procura di Cagliari aveva aperto nel 2016 in seguito alla denuncia fatta dai genitori della bimba di 4 anni. La bambina aveva raccontato alla mamma e al papà che la bidella l’aveva portata in bagno e l’aveva molestata. Gli inquirenti non erano riusciti a raccogliere ulteriori indizi, né dalle intercettazioni né dall’analisi di eventuali casi analoghi. Tuttavia, la Procura aveva deciso di proseguire l’azione penale, dal momento che la bimba, sentita dal giudice in ambiente protetto, avrebbe confermato il suo primo racconto. Le autorità avrebbero dunque inviato alla donna la notifica di avviso della chiusura delle indagini, che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio del magistrato. La bidella, esterrefatta e distrutta, non ha retto alla notizia: ha lasciato un biglietto sul tavolo e si è tolta la vita. Il messaggio recitava: “La gente è solamente capace di giudicare. Sono innocente”.