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Bidello pedofilo libero di molestare bimbi per 20 anni: "Condannato tre volte, il Ministero non lo ha cacciato"

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Un bidello è stato nuovamente condannato. Il collaboratore scolastico, pedofilo recidivo, non è mai stato allontanato.

Un bidello, pedofilo recidivo, è stato nuovamente condannato, ma non è mai stato allontanato dalla scuola e ha potuto continuare a molestare bambini per 20 anni.

Bidello pedofilo libero di molestare bimbi per 20 anni

Il bidello, pedofilo recidivo, è stato nuovamente condannato, ma chi lo ha lasciato a lavorare a stretto contatto con i bambini l’ha fatta ancora una volta franca. La Corte dei Conti ha emesso una condanna nei confronti di un ultrasessantenne di Pozzuoli, che dovrà risarcire oltre 170mila euro al Ministero dell’Istruzione, e ha assolto il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale accusato di non aver controllato che il bidello avesse precedenti penali. Nel 2020 il collaboratore scolastico e il Ministero sono stati condannati in sede civile a pagare 228 mila euro ai genitori di un bambino di 10 anni, che nel 2008 ha subito abusi sessuali dal bidello nei bagni della scuola Bonghi. Una vicenda per cui il bidello ha ricevuto una condanna a sei anni di reclusione e che l’ha fatto finire fuori dalla scuola. A quel punto è emerso che il bidello era già stato accusato di abusi sessuali sui bambini e che nel 1991 aveva patteggiato la pena a un anno e nove mesi di reclusione. Nel 2000 il Tribunale di Sorveglianza di Napoli gli aveva concesso la riabilitazione e lui si era trasferito a Roma, ma era un pedofilo seriale. Nel 2005 ha ricevuto un’altra denuncia, con l’accusa di abusi sessuali su una ragazzina di 12 anni nell’istituto Belli in zona Prati. Sospeso, è stato poi fatto rientrare, e nel 2007 è stato condannato a due anni e due mesi per violenza sessuale ai danni di un minore.

Bidello pedofilo seriale: mai allontanato dalle scuole

Ma non è finita qui. Nel 2008 ha potuto continuare a lavorare nella scuola Bonghi, dove ha abusato del bambino di 10 anni. Nessuno ha controllato e nessuno ha pagato per questa omissioni. Visto il risarcimento pagato alla famiglia della vittima, la Procura ha mandato a giudizio il bidello, chiedendogli un risarcimento di 171 mila euro, e il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale dell’epoca, chiedendogli 28.500 euro. Le omissioni, come evidenziato dalla stessa Corte dei Conti nella sentenza, sono state compiute da più funzionari del Ministero. Inoltre, è stato accertato che “per più anni non sono stati effettuati i dovuti controlli sui precedenti penali del personale, con un evidente deficit organizzativo nel predisporre controlli adeguati a tutela dei minori“.