> > “Bombardare Odessa significherebbe farci invadere da Kiev in un giorno”

“Bombardare Odessa significherebbe farci invadere da Kiev in un giorno”

La Transnistria è un "non stato" molto vicino a Mosca

Uno stato non riconosciuto dall'Onu che potrebbe diventare parte di una tenaglia: “Bombardare Odessa significherebbe farci invadere da Kiev in un giorno”

La scomoda e difficile posizione della Transnistria, amica di Mosca ma vicina all’Ucraina, che la sorveglia, sta tutta in una frase riportata da un ottima mini inchiesta di Repubblica: “Bombardare Odessa significherebbe farci invadere da Kiev in un giorno”. Come stanno le cose nel “non stato” guidato da una élite di oligarchi russi che ha Tirapsol come capitale? Male, perché i servizi di Kiev hanno fatto saltare un ponte e l’Ucraina ritiene che quella mezzaluna di territorio compressa fra Moldavia ed Ucraina possa essere il lato ideale della tenaglia con cui le truppe di Putin vogliono chiudere il sud del paese e prendersi tutto ciò che guarda al mare da Mariupol fino a Odessa

“Bombardare Odessa e farci invadere da Kiev”

Geograficamente la Transnistria si presta benissimo alla bisogna: non ha fiumi e non ha monti, perciò è base ideale per un’avanzata meccanizzata rapida o per “sponde” missilistiche che puntino proprio su Odessa. Anche la “nomea” del paese, che non è riconosciuto dall’Onu e che andò in secessione dalla Moldavia proprio con l’aiuto di Mosca, sembra essere funzionale ad un suo ruolo strategico. Perché? Perché pare che la Transnistria sia un unico ed immenso labirinto di cunicoli e cave sotterranee farcito di armi non modernissime, ma volumetricamente da far battere i polsi, un po’ come l’Albania che per decenni fu l’armeria dell’Urss e che in proporzione batteva gli Usa da quanta roba avesse custodita nella sua pancia. 

Cosa temono i servizi segreti ucraini

Sta di fatto che i servizi segreti ucraini da un po’ di giorni fanno i conti con la possibilità “di un intervento diretto della filorussa Transnistria” nel loro conflitto. E tuttavia la popolazione e i pochi maggiorenti disposti a parlare fanno i sornioni o sono in perfetta buona fede, la buona fede figlia della consapevolezza di essere non solo parte di una tenaglia, ma di starci in mezzo, a quella tenaglia, con Chisinau ad ovest e Kiev e nord est: “Stiamo alla finestra, non sappiamo come andrà a finire. E poi se noi li attacchiamo, loro ci invadono in mezza giornata“.