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Bufera Grey's Anatomy: scienziati attaccano la serie tv

Grey's Anatomy

Gli scienziati si scagliano contro Grey's Anatomy: la popolare serie tv potrebbe dare al pubblico false aspettative.

La popolare serie tv Grey’s Anatomy è finita nella bufera: secondo gli scienziati, infatti, potrebbe dare agli spettatori delle false aspettative. In particolare, a mettere sotto accusa la serie tv è stata una ricerca pubblicata su “Trauma Surgery & Acute Care Open”. Sono numerosi gli aspetti di Grey’s Anatomy che sono finiti nel mirino degli scienziati: a partire dalla velocità con cui i pazienti guariscono dopo aver subito gravi lesioni fino alla capacità dei dottori di trovare e curare senza conseguenze tutta una serie di patologie anche gravi.

Scienziati attaccano Grey’s Anatomy

Gli scienziati si sono scagliati contro Grey’s Anatomy, la popolare serie tv che quest’anno è arrivata alla sua quattordicesima stagione. Sono numerosi gli aspetti che sono stati messi sotto accusa da parte degli scienziati. A partire dalla velocità con cui i pazienti sono in grado di guarire da lesioni anche gravi, passando poi dalla capacità dei medici di riuscire a curare patologie di vario tipo senza subire conseguenze. A mettere sotto accusa la serie tv ci ha pensato una ricerca, pubblicata su “Trauma Surgery & Acute Care Open”. Secondo questa ricerca, Grey’s Anatomy darebbe agli spettatori delle false aspettative, in una epoca in cui la soddisfazione del paziente è un elemento da tenere assolutamente in considerazione.

Secondo quanto riferito dai ricercatori, molto spesso i medical drama fanno finire in secondo piano un aspetto importante come il realismo. Per questo motivo, gli studiosi hanno deciso di confrontare 290 pazienti immaginari in 269 episodi della serie tv (ovvero le prime dodici stagioni, dal 2005 al 2016) con traumi veri e reali subiti da 4812 veri pazienti presenti nella banca dati nazionale Usa Trauma 2012.

I dati

Da questa analisi, è emerso che il tasso di mortalità è stato tre volte più alto in Grey’s Anatomy che nella vita reale (il 22% dei casi, rispetto al 7%). Nella maggior parte dei casi (71%), i pazienti tv sono passati dall’emergenza alla sala operatoria, mentre nella vita reale solamente nel 25% dei casi è capitata una cosa del genere. Per quanto riguarda i sopravvissuti, nella serie tv solamente uno su venti (6%) è stato trasferito in una struttura di assistenza a lungo termine, una percentuale decisamente minore rispetto alla vita reale (22%).

Tra i pazienti feriti in maniera grave, metà di quelli “finti” hanno trascorso meno di una settimana in ospedale, mentre solamente uno su cinque (20%) nella realtà lo ha fatto. Secondo gli studiosi che hanno elaborato la ricerca, anche se il realismo è una componente fondamentale per il successo di una fiction ambientata in un ospedale, un fattore da tenere comunque in considerazione è quello dell’eccezionalità. In altre parole, la necessità di dover bilanciare realismo con gli effetti drammatici può portare ad una percezione distorta della realtà tra gli spettatori. Questo potrebbe comportare anche degli effetti sulla sanità, quella vera.

“La differenza tra le aspettative dei pazienti e la realtà può, di fatto, contribuire a livelli inferiori di soddisfazione fra i malati alle prese con traumi reali”, hanno infatti concluso gli autori della ricerca.