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Caro bollette: bar e ristorazione tra i settori che rischiano di chiudere

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Caro bollette, diverse le attività che potrebbero subire una crisi: dai trasporti ai distributori di metano.

Il caro bollette che sta interessando l’Italia rischia di far chiudere diversi settori e attività imprenditoriali. Si prospetta una crisi importante, che potrebbe danneggiare sensibilmente l’economia del nostro Paese. Tra i settori che rischiano di subire uno stop troviamo bar e ristorazione, ditributori alimentari, industria dell’acciaio, trasporti e distributori di metano. Cause di questa crisi imminente i prezzi impazziti di gas ed energia che, insieme all’aumento dei prezzi sulle materie prime potrebbero spingere i vari comparti a chiedere al governo misure urgenti. Qui di seguito andremo a illustrare le problematiche che alcuni settori hanno vissuto negli ultimi anni e che presto potrebbero subire una brusca fermata. 

Caro bollette: il settore della ristorazione

Nel settore dei bar e della ristorazione, si nota come a luglio 2021 una persona spendeva quasi 2.300 euro per 10.031 kwh. Nel 2022 le spese sono aumentate a 6.950 euro. È la Fipe a registrare l’impennata di bollette. Il direttore Roberto Calugi ha avvertito tramite alcune dichiarazioni riportate da SkyTg24: “Chiediamo che ci sia un credito d’imposta sugli aumenti energetici e un tetto al costo dell’energia, altrimenti non è possibile lavorare”. 

Distribuzione alimentare

Nel settore della distribuzione alimentare al dettaglio Fida ha denunciato bollette “quintuplicate” rispetto al normale. Anche in questo caso la chiusura delle attività è un rischio concreto. La presidente Donatella Prampolini ha spiegato come una settore “a bassissima marginalità non può sostenere costi energetici su base mensile che impattano per il 10% sui conti economici, quando in condizioni di normalità non andavano oltre il 2%”. 

Distributori del metano 

Anche i distributori del metano, che in Italia risultano essere all’incirca 1.500, risultano essere gravemente in difficoltà. Dante Natali, presidente di Federmetano, ha spiegato che con i prezzi attuali si rischia che tali distributori scompaiano dal mercato. 

Industria dell’acciaio 

In crisi anche il settore dell’acciaio. Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, ha spiegato come lavorare ai costi attuali significhi perdere centinaia di euro ogni tonnellata prodotta. 

Trsporti e logistica

Nel settore dei trasporti le imprese che hanno investito sui veicoli a gas sono costrette a fermarsi per la corsa dei prezzi energetici. Pasquale Russo, segretario generale di Conftrasporto, ha dichiarato: “Il nostro settore si muove per il 95% con il gasolio e per il 5% con il gas”.