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Caro carburanti: come si forma il prezzo alla pompa?

Prezzo pompa

Il prezzo del carburante alla pompa tiene in considerazione tre fattori: tra gli altri, a gravare di più è la parte fiscale di Iva e accise

Stop speculazioni sulla benzina. Obbligo per i distributori di esporre il prezzo medio del carburante. Nella giornata di ieri, martedì 10 gennaio 2023, il governo Meloni ha varato un decreto per il monitoraggio giornaliero, non più settimanale, dei prezzi del carburante. Ma come si forma la cifra alla pompa?

Tre gli elementi da tenere in considerazione

Il prezzo alla pompa del carburante prende in considerazione tre fattori: il costo della materia prima, la componente fiscale di Iva e accise e il margine lordo per i guadagni di distributori, intermediari e venditori. La materia prima: i valori rilevati dagli indici di quotazione del petrolio (West Texas Intermediate, Fateh e Brenth) vengono messi dal Platts sulla bilancia insieme ai dati relativi alle compagnie petrolifere, delle società di trading e delle banche d’affari. Dopo un’attenta misurazione del rapporto tra la domanda e l’offerta, lo stesso fissa il valore effettivo dei prodotti raffinati. La parte fiscale, da sola, grava più di tutto il resto: stando ai dati odierni diffusi dal Ministero, Iva e accise pesano per il 58,2% sul prezzo della benzina e per il 51,1% su quello del gasolio. Terzo fattore, il guadagno dei gestori: 3,5 centesimi sul self e 5 centesimi sul servito (con possibilità di aumentare al massimo di un altro mezzo centesimo).

Occhio a fare i furbi

In vigore l’obbligo di comunicazione e pubblicità dei prezzi. Per chi credesse di poter in qualche modo aggirare l’ostacolo e scampare dalle direttive del nuovo decreto, l’altolà è già nero su bianco: in caso di sanzioni recidive, la sospensione dell’attività può raggiungere i 90 giorni.