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Caro Piersilvio, dopo il click è arrivato il momento del clock (e del click clock ripristinando la fascia ragazzi)

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Far iniziare la prima serata di Canale5 alle 21:50 è pura follia. Publitalia gode ma il telespettatore fugge perché sceglie altri canali. È pur vero che, con in onda i reality, il pubblico giovane e commerciale resta incollato fino alle 1 di notte. In più, ripensare Italia1 con cartoni e contenuti adatti a bambini, pre-ado e adolescenti, farebbe fare alla rete quel salto di qualità di cui ha tanto bisogno

Che Canale5 abbia un problema con la prima serata, esulando C’è posta per te e Tu si que vales che superano i 4 milioni di telespettatori, è chiaro; i movies, iniziando spesso pochi minuti prima delle 22 ed essendo (giustamente) pieni zeppi d’interruzioni pubblicitarie, nel periodo di garanzia non superano sovente il milione e mezzo di telespettatori. Questo ragionamento vale anche per le fiction, le quali non godono di ampio respiro da molti anni, e in parte per i reality come Grande Fratello Vip o l’Isola dei Famosi; se questi programmi, ormai stanchi, durassero un’ora in meno, risulterebbero un bagno di sangue per quanto concerne share e ascolti. Già non riescono a vincere una serata sul pubblico totale (vittoriosi invece sul target commerciale), se poi dovessero accorciare la durata sarebbero chiusi nottetempo, ed è qui che Piersilvio, ormai comandante di una nave col vento in poppa, dovrebbe imporsi anticipando la prima serata categoricamente entro le 21:30, con termine dei programmi d’intrattenimento a mezzanotte e mezza. Al di là della felicità del pubblico, ne guadagnerebbero in qualità anche i contenuti; quattro ore di programma, qualsiasi esso sia e da qualsiasi persona sia condotto, sono difficili da riempire e l’allungamento del brodo è dietro l’angolo. Tralasciando film e fiction, le regole che dovrebbero essere seguire per tirar fuori un buon prodotto sono quelle dell’asciuttezza e della velocità, pieno di contenuti senza fronzoli, meno piagnistei e urla inutili; questi alzano certamente gli ascolti, per buona pace di Publitalia, ma abbassano il livello qualitativo del prodotto, per la rabbia di Piersilvio.

Se c’è una prima serata di ripensare per Canale5, c’è anche una fascia da ricostruire, quella dei ragazzi, su Italia1. I “grandi” canali non investono più nella fascia ragazzi e fanno male; ne è un tipico esempio Italia1 che, dopo l’abbandono progressivo di questa fascia, ha iniziato un forte declino perché cartoni e programmi per un determinato target permettevano alla rete di crescere con loro. Investimenti intelligenti e mirati permettevano alle reti di avere prodotti di qualità, far crescere il piccolo telespettatore in maniera intelligente ma soprattutto fidelizzarlo nel lungo termine. Tutto questo non accade più, semplicemente perché non c’è più appeal e il bambino, appena diventa un minimo maturo, prende in mano tablet e cellulare; non che questo sia un male ma dare al telespettatore, al bambino come al genitore, un’alternativa che rincoglionisce meno e dal quale impara di più sarebbe cosa buona e giusta. In un’ottica di cambiamento, che Piersilvio Berlusconi fa bene ad imporre per innovare, ripensare Italia1 al mattino e al pomeriggio con il supporto di cartoni e contenuti adatti a bambini e ragazzi, sarebbe un passo avanti qualitativo non da poco, e in più strizzerebbe l’occhio ad un target perso ormai (in gran parte) da anni.