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Colpito da un fulmine e sopravvissuto Simone racconta: "Ora mi chiamano Flash"

Simone Toni è sopravvissuto ad un fulmine

Colpito da un fulmine e sopravvissuto dopo il come a la rianimazione in ospedale a L'Aquila Simone Toni racconta: "Ora gli amici mi chiamano Flash"

Pochi mesi fa era stato colpito da un fulmine ed è sopravvissuto, perciò Simone Toni racconta: “Ora mi chiamano Flash”. Il 28enne laziale era stato centrato dalla potentissima scarica sul Gran Sasso  a fine agosto durante un escursione. Il fulmine lo aveva colpito alla testa ed il giovane di Tivoli, in provincia di Roma, era stramazzato a terra davanti a due suoi amici. 

Una probabilità su 10mila di essere centrati

Simone è uno dei fortunati che sono sopravvissuti ad un evento sfortunatissimo: Fanpage precisa che  secondo il National Weather Service degli Stati Uniti, le probabilità di essere colpiti da un fulmine sono circa una su 10mila. Ecco, era toccata a Simone, uno dei cui amici ricorda: “Abbiamo visto una luce intensa, il fulmine ci ha sbalzato, non ci sentivamo le gambe. Ma quello che stava peggio era Simone, era svenuto, sembrava morto”. E il giovane era infatti in coma, un coma da cui si era svegliato due giorni dopo all’ospedale de L’Aquila. Ha detto Simone: “Non ricordo niente, all’inizio mi hanno detto che ero caduto. Dopo essere stato colpito, ho avuto due arresti cardiaci, e i medici non volevano che me ne prendesse un terzo. Una settimana dopo ho saputo la verità”. 

Colpito da un fulmine: “Ora mi chiamano Flash”

Il 28enne era rimasto in rianimazione fino al 20 settembre, per poi essere dimesso pochi giorni dopo. Ma cosa aveva diretto il fulmine su di lui? La catenina che aveva al collo: “Si è bruciata, mentre il crocifisso mi ha lasciato uno sfogo, una bruciatura, ho una parte del fegato lesionata, ma dovrebbe rimettersi con gli anni. Ho avuto due arresti cardiaci e un collasso polmonare. Mi hanno anche intubato, perché ho avuto un distaccamento del tessuto della trachea”. Poi la battuta malgrado non abbia ancora recuperato del tutto: “Adesso i miei amici mi chiamano ‘Flash’”.