Argomenti trattati
Il componente del Comitato Tecnico Scientifico, Fabio Ciciliano, si esprime sullo spinoso tema della frequenza del bollettino dei contagi Covid.
Cts, Fabio Ciciliano sulla frequenza del bollettino Covid: l’intervista
Fabio Ciciliano, segretario e componente del Comitato Tecnico Scientifico, intervistato questa mattina nel corso della trasmissione ’24 Mattino’ su Radio 24, ha commentato alcuni dei temi caldi riguardanti l’emergenza Covid: in particolare la frequenza con cui esce il bollettino con i nuovi contagi, ricoveri e decessi.
Cts, Fabio Ciciliano sulla frequenza del bollettino Covid: la frequenza
Ecco un estratto delle parole del membro del Cts: “In tutta questa fase della pandemia qualche volta la comunicazione non ha centrato l’obiettivo, parlo di quella istituzionale e di emergenza. Il discorso del bollettino ha più un valore di carattere emotivo, i numeri vengono comunque forniti quotidianamente dagli enti territoriali e poi vengono messi a disposizione di tutti per essere utilizzati e studiati. È stato scelto di utilizzare alcuni dati e di trasmetterli tutti i giorni, potrebbe certo essere il caso di ridurne la frequenza di trasmissione non tanto per una questione numerica, ma perché potrebbe essere meno impattante per i cittadini che vivono da due anni questo martellamento di dati. A chi vuole fare dietrologie dico: potrebbe essere male interpretata la volontà di ridurre su base settimanale la comunicazione dei dati, non è così. I dati comunque ci sono e sono pubblici, come succede in tutto il mondo.”
Cts, Fabio Ciciliano sulla frequenza del bollettino Covid: la quarantena
Ciciliano si è espresso anche in merito alla possibile riduzione della quarantena a soli 5 giorni per i positivi asintomatici con dose booster o con seconda dose effettuata da meno di 4 mesi: “Noi abbiamo comunque bisogno di controllare il numero dei contagi. Le persone positive possono già andare in giro però dopo che siano trascorsi 21 giorni dalla positività perché è stato dimostrato che al 21esimo giorno, ancorché il risultato del tampone sia ancora positivo, la persona non è capace di trasmettere il virus ad altri. Cinque giorni sono pochi, ricordiamo che le persone asintomatiche positive sono comunque capaci di infettare e di fatti in questo momento della pandemia non appare una soluzione percorribile.”