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Coronavirus, due nuovi virus provenienti dai cani potrebbero infettare gli umani: lo studio su Science

Nuovi coronavirus cani

Un team di ricercatori ha scoperto l'esistenza di due nuovi coronavirus provenienti dai cani che potrebbero contagiare anche la specie umana.

Secondo uno studio pubblicato su Science otto bambini ricoverati in un ospedale della Malesia con polmonite diversi anni fa sarebbero stati colpiti da un nuovo coronavirus simile a quello trovato nei cani.

Nuovi coronavirus provenienti dai cani

L’autrice principale dello studio, Anastasia Vlasova dell’Università dello Stato dell’Ohio (OSU) e Gregory Gray, epidemiologo presso il Global Health Institute della Duke University, hanno spiegato che nessuno pensava che i coronavirus canini fossero trasmessi alle persone perché non si sono mai avuti casi di trasmissione di quei virus dall’animale all’uomo.

La scoperta di questo probabile nuovo patogeno umano, insieme al rapporto di un caso della stessa malattia che sembra essere trasmessa dai maiali alle persone, potrebbe dunque allargare in modo significativo i membri della famiglia virale finendo per rappresentare una nuova minaccia globale.

Nuovi coronavirus provenienti dai cani: le fasi dello studio

Lo studio è nato grazie al fatto che Gray, eplosa la pandemia di Covid, ha iniziato a chiedersi se potessero esserci altri coronavirus in giro per il mondo. Non avendo però strumenti per trovarli, ha sfidato uno dottorando nel suo laboratorio, Leshan Xiu, a realizzare un test che funzionasse come un normale test per il Covid ma fosse in grado di rilevare tutti i coronavirus, anche quelli sconosciuti.

I due hanno dunque testato diversi campioni trovando evidenze di un coronavirus “completamente nuovo” associato alla polmonite nei pazienti ospedalizzati, principalmente nei bambini. Durante il periodo 2017-2018 i pazienti ricoverati con polmonite sono stati 301 di cui 8 (2,7%) per la stessa infezione canina. Costoro vivevano principalmente in capanne o villaggi nel Sarawak rurale o suburbano nel Borneo, dove probabilmente entravano spesso a contatto con animali domestici oltre che con la fauna selvatica della giungla.

La percentuale è sembrata alta ai ricercatori, motivo per cui hanno inviato i campioni dei pazienti ad un’esperta mondiale di coronavirus animali presso la Ohio State University, la dottoressa Vlasova. Costei ha cercato di sviluppare il coronavirus in laboratorioutilizzando una soluzione speciale che sapeva funzionare per altri coronavirus di cani.

Il virus è cresciuto molto bene“, ha ammesso. Dalle sue sequenze geniche ha dedotto che il virus aveva probabilmente infettato anche gatti e maiali e che sia stata trasmesso direttamente dai cani alle persone. “La maggior parte del genoma era un coronavirus canino“, ha spiegato. Ha inoltre scoperto la presenza di una mutazione assente in tutti gli altri coronavirus di cane noti ma presente in quelli umani. “È una variante molto simile a quella precedentemente trovata nel coronavirus SARS e in alcune versioni della SARS-CoV-2 che aiuta il virus del cane a infettare o persistere negli esseri umani“.

Nuovi coronavirus provenienti dai cani: necessarie altre analisi

I ricercatori non hanno ancora collegato definitivamente nessuno dei nuovi virus alla malattia umana e non ci sono ancora prove che i due nuovi coronavirus possano essere trasmessi tra le persone. Il timore è però quello che le infezioni possano sviluppare questa capacità nell’organismo di una persona o in quello degli animali che normalmente infettano. Si è trattato del primo rapporto in cui viene evidenziato che un coronavirus canino può replicarsi nelle persone ma dovrà essere supportato da analisi successive.