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Costa Concordia, che fine ha fatto la nave a dieci anni dal naufragio

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A dieci anni dal naufragio della Costa Concordia, la nave che era capitanata da Francesco Schettino, torniamo su quella terribile tragedia

A dieci anni dal naufragio della Costa Concordia, la nave che era capitanata da Francesco Schettino, torniamo su quella terribile tragedia.

Costa Concordia a dieci anni dal naufragio, che fine ha fatto la nave: la ricostruzione

La nave Costa Concordia naufragò al largo dell’Isola del Giglio il 13 gennaio 2012. Solo il 7 luglio 2017, Genova Industrie Navali annunciò che le operazioni per lo smaltimento di quanto rimaneva del relitto erano concluse. I 350 addetti impiegati nel lavoro di smaltimento avevano lavorato per un milione di ore.

Costa Concordia a dieci anni dal naufragio, che fine ha fatto la nave: lo smaltimento

Lo smaltimento della Concordia avvenne proprio nella città Genova, grazie alla collaborazione tra San Giorgio del Porto e Saipem, che diedero vita al consorzio Ship Recycling. L’inizio delle operazioni non fu immediato, anzi: dopo l’incidente si dovettero subito svuotare i serbatoi della nave per scongiurare il disastro ecologico, poi si iniziò a raddrizzare il relitto che nell’incidente si era inclinato su un lato e infine si pensò al suo galleggiamento. La nave fu trainata fino al capoluogo ligure e arrivò a destinazione il 27 luglio 2014.

Costa Concordia a dieci anni dal naufragio, che fine ha fatto la nave: l’intervista

Pietro Piaggio, dipendente della San Giorgio del Porto e responsabile della sicurezza, ha raccontato i lavori in un’intervista: Vedere la ferita da dentro, le lamiere contorte, tutto quello che era successo, è la cosa che forse mi ha più turbato. È stato un lavoro nuovo, e per noi che di mestiere le navi le costruiamo e le ripariamo, era brutto vederne una ridotta così. Gli elettricisti illuminavano la parte in cui si lavorava, e mano a mano che si demoliva dovevano rifare l’impianto. Abbiamo dovuto fare corsi perché lì si partiva da zero, non si sapeva a cosa si andava incontro. Mentre si procedeva con il recupero dei materiali, a ogni metro e man mano che la nave emergeva c’era qualcosa di nuovo. Abbiamo fatto un lavoro straordinario e acquisito una professionalità che sarebbe sbagliato perdere. Tutto era seguito passo passo, c’erano controlli sull’acqua per evitare inquinamento, controlli per la sicurezza, uno spiegamento di forze e di sorveglianza mai visto.”