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Covid, allarme dagli ospedali in Veneto: "Ricoveriamo intere famiglie no vax"

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Cresce la pressione sugli ospedali da Nord a Sud Italia. Dal Veneto arriva un nuovo allarme di Annamaria Cattelan, primario degli Infettivi.

La quarta ondata di Covid sembra più intensa delle precedenti e l’unica arma per proteggersi dal virus, e contenerne la diffusione, è il vaccino. Dopo le difficoltà affrontate dal Regno Unito, a causa di un brusco incremento dei contagi, la situazione appare critica in Germania, Olanda e Paesi dell’Est. Tuttavia, il virus continua a circolare anche in Italia, dove aumentano i nuovi casi giornalieri. Si assiste a una crescita del tasso di positività, ma anche dei ricoveri ordinari e in terapia intensiva. Dopo il boom di contagi, un nuovo allarme arriva dagli ospedali del Veneto.

Covid, allarme dagli ospedali del Veneto

In Veneto l’emergenza coronavirus torna a fare paura e la curva epidemiologica appare in rialzo. Aumenta l’occupazione dei posti letto da parte di malati di Covid in particolare negli ospedali di Padova, Vicenza, Treviso, Verona e Schiavonia, ma anche a Dolo.

Aumentano i ricoveri ordinari, ma anche in terapia intensiva. Per questo motivo, il direttore generale della Sanità, Luciano Flor, ha inviato una circolare ai dg delle nove Usl e delle due Aziende ospedaliere di Padova e Verona per autorizzare l’apertura di altri 81 posti in aggiunta ai canonici 495, che la settimana prima erano stati portati a 520.

Flor, infatti, ha dichiarato: “Visto il perdurante incremento dei ricoveri in Terapia intensiva dei pazienti Covid e considerato che la gestione dell’emergenza è prioritaria rispetto al recupero delle prestazioni, si dispone l’attivazione di ulteriori posti letto aggiuntivi. La tempistica di attivazione dovrà garantire la gestione nell’ambito provinciale di tutti gli accessi in terapia intensiva di pazienti affetti o meno da Covid. Ulteriori attivazioni potranno essere disposte in base all’andamento dell’epidemia”.

Allarme dagli ospedali del Veneto: la situazione nelle terapie intensive

A preoccupare è l’aumento dei pazienti ricoverati nelle terapie intensive. Lo ha sottolineato il professor Roberto Vettor, direttore del Dipartimento di Medicina dell’Azienda ospedaliera di Padova, dichiarando: Siamo molto sotto pressione, soprattutto in terapia intensiva. Il trend è fluttuante ma in aumento, la prospettiva non è ottimistica. Il problema vero rispetto all’autunno 2020 è che non si sono ridotti i ricoveri dei pazienti colpiti dalle patologie invernali, quindi dobbiamo gestire un doppio flusso ed è la tempesta perfetta”.

Il personale è stanco dopo due anni di fatiche ed è persino decurtato di 200 sanitari no vax sospesi dal servizio. Vetter ha aggiunto:Il sistema è sotto stress e aggiungo che il decorso è molto diverso tra vaccinati e non. Questi ultimi vanno incontro alle conseguenze più drammatiche“.

Alle sue parole fanno eco quelle di Vinicio Manfrin, primario di Malattie infettive al San Bortolo di Vicenza, il quale ha tenuto a sottolineare: Rispetto all’anno scorso i ricoveri sono quattro volte inferiori, ma alcuni reparti sono già in crisi. Noi sanitari siamo in difficoltà. Dover rivivere una ripresa epidemica sapendo che è legata ai no vax, fa rabbia. Siamo costretti a rivedere turni e riposi, non sappiamo nemmeno se riusciremo a fare le vacanze di Natale.

Allarme dagli ospedali del Veneto: ricoverate intere famiglie no vax

A descrivere la situazione negli ospedali, dove a essere ricoverati a causa del Covid-19 sono principalmente persone non vaccinate, è anche la dottoressa Annamaria Cattelan, primario degli Infettivi.

Cattelan ha fatto sapere: Stiamo ricoverando intere famiglie non immunizzate e badanti con i loro assistiti. Sono gli irriducibili, arrivano con polmoniti impegnative e vanno tutti sotto ossigeno”.