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Covid in Cina, Pechino: "Rischiamo 1,6 milioni di morti"

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La Cina mantiene la sua politica "Zero Covid" e continua con il lockdown generalizzati: "Rischiamo 1,6 milioni di morti".

Continuano i lockdown in Cina e Pechino si oppone alle dichiarazioni dell’Oms che definisce la politica “Zero Covid” come “Insostenibile”.

La politica “Zero Covid” della Cina

Sono ormai settimane che la Cina ha ripreso in maniera massiccia ad attuare la propria politica interna dello “Zero Covid“, che prevede lockdown generalizzati e screening di massa per tentare di tenere sotto controllo l’aumento di contagi.

Strade semideserte e scuole chiuse anche a Pechino, che sta cercando di evitare il lockdown totale ma da giorni vive in stato di allarme, quasi di assedio. L’esempio più duro è quello di Shanghai, ancora chiusa dalla fine di marzo, dove le autorità hanno chiuso le ultime due linee della metropolitana. I trasporti pubblici sono paralizzati e la gente resta confinata in casa.

Il commento dell’Oms e la censura cinese

La politica Zero Covid della Cina «non è sostenibile, considerate le nostre conoscenze del coronavirus e quello che possiamo prevedere per il futuro». A dirlo è il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Tuttavia, non c’è da aspettarsi che il consiglio degli esperti dell’Oms venga ascoltato a Pechino. La censura questa mattina ha subito cancellato il post dell’Oms che su Weibo (Twitter mandarino) riassumeva il parere espresso da Tedros.

A sostengo del proprio operato, la Cina ha previsto che senza Tolleranza Zero, Omicron causerebbe 112 milioni di contagi sintomatici, 2,7 milioni dei quali dovrebbero essere ricoverati in terapia intensiva. Il risultato sarebbero 1,6 milioni di decessi tra maggio e luglio.

Il problema più grave della Cina è che la vaccinazione della fascia di popolazione oltre i 60 anni è indietro: solo il 61% ha ricevuto la terza dose. E ancor più preoccupante la situazione nella fascia oltre gli 80 anni, dove i non vaccinati sono il 50%.

Sui social media da Shanghai arrivano video sconcertanti sulla gestione della pandemia: gabbie davanti ai palazzi, appartamenti devastati dalla disinfezione forzata, poliziotti in tuta bianca che minacciano la gente per portarla in quarantena. E neanche la rodata censura è riuscita a cancellare le tracce di questa operazione.