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Covid in India, come si spiega la discesa dei contagi

Vaccinazioni nello stato del Kerala

Covid in India, come si spiega la discesa dei contagi: dai quasi 400mila di fine maggio ai 30mila di questi giorni, con una campagna vaccinale lentissima

Nei meccanismi di diffusione del Covid in India potrebbe risiedere anche il “segreto” per capire cosa succederà in Europa e in Italia, ma per provare a capirlo bisogna porsi una domanda: come si spiega la discesa dei contagi? La situazione è la seguente: avevamo lasciato l’India in una situazione tragica, situazione che in gran parte lo sterminato paese vive ancora, ma qualcosa è cambiato da un po’: ci sono molti meno contagi al giorno e la curva decresce dopo l’orrida primavera. L’india ha 31 milioni e 600mila contagiati da Covid e nella graduatoria planetaria è seconda solo agli Usa, che di milioni di contagiati ne hanno toccati 35.

Discesa dei contagi covid in India: da 400mila a meno di 30mila al giorno

C’è però una differenza e sta nei morti: quelli indiani sarebbero 425mila, ma più di uno studioso di statistica sostiene che, a contare le condizioni non sempre rilevabili di un paese con ampie sacche di arretratezza, potrebbero essere molti di più. Insomma, il quadro è orrido, ma ad esso si sovrappone un dato: dal 26 luglio l’India ha iniziato a registrare meno di 30mila casi al giorno rispetto ai quasi 400mila di maggio che a loro volta avevano seguito i circa 15mila al giorno di febbraio. Eppure l’India ha una campagna vaccinale che, per tutta una serie di circostanze, è lentissima: 101 milioni di dosi su quasi un miliardo di vaccinabili, il 7,4% della popolazione quindi.

L’India e la discesa dei contagi: tanti guariti che “sbarrano la strada” al covid

Quindi i dati dell’equazione sono questi: ci sono molti meno contagi, si fanno pochi vaccini e l’India ha fatto numeri monstre fino a poco più di un mese fa. Che sta succedendo? Innanzitutto c’è il fattore guariti: quando in un paese si ammala quasi mezzo milione di persone al giorno vuol dire che ogni tre settimane ci sono almeno 350mila persone che, una volta guarite, sono immuni. Ma non basta perché i numeri indiani sono talmente massivi che cercare una scriminante statistica generale al loro interno è (ancora) azzardato. La variante Delta, che in India è “nata”, è velocissima in quanto a trasmissibilità quindi si deve supporre che per paradosso accorci anche i tempi di pervasività endemica del virus che trasmette. Tradotto: la Delta è “spiccia” a infettare e uccidere, ma è anche “spiccia” a infettare, decorrere e lasciare immuni.

“Immunità diffusa”: cosa potrebbe spiegare in India la discesa dei contagi covid

L’unica spiegazione quindi è che, per una serie di fattori concomitanti fra cui rientra anche quello dei guariti ma non solo, l’India stia raggiungendo una sorta di “immunità diffusa” per cui il virus inizia a trovare la barriera non tanto dei vaccinati, quanto di coloro che lo hanno già avuto e che non lo trasmettono. E in piccolo starebbe avvenendo lo stesso anche nel Regno Unito, paese del vecchio continente “capofila” in quanto a diffusione della Delta. Anche in Gran Bretagna i casi giornalieri sono in diminuzione, costantemente sotto i 30mila ma con il 72% della popolazione vaccinata. Che succede? Il Center of Global Developement di Washington sostiene che in India dall’inizio della pandemia a oggi ci sono stati alcuni milioni di morti in più dei tempi normali.

In India si segnala una discesa dei contagi covid ma il paese fa ancora “paura”

Come pure è vero che il megacluster dello stato del Kerala è ancora fonte di altissima preoccupazione, tanto che il governo indiano ha approntato una squadra di esperti e potrebbe chiudere l’intero stato in lockdown. Insomma: l’India è paese ancora “a rischio” e l’Italia per prima lo sa, tanto che il ministro Speranza ha prorogato le misure d’ingresso da India ad Italia (includendo anche Bangladesh, Sri Lanka e Brasile). Però l’India di luglio 2021 non è più l’India di maggio 2021. E la faccenda va studiata perché ci riguarda più di quanto non si creda.