> > Covid, la Cina "si vendica" e blocca i visti sudcoreani

Covid, la Cina "si vendica" e blocca i visti sudcoreani

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin

Covid, la Cina "si vendica" e blocca i visti sudcoreani per "per affari, turismo, cure mediche, transito e per faccende private in generale"

Sul Covid la Cina “si vendica” e blocca i visti sudcoreani, la ritorsione contro Seul per la scelta di fare i tamponi in ingresso ai cittadini del Dragone è stata annunciata dall’ambasciata di Pechino. E il dato è che la Cina ha “interrotto il rilascio dei visti a breve termine ai cittadini sudcoreani come rappresaglia al rafforzamento dei controlli sanitari sui passeggeri provenienti dal Dragone”, lo spiega l’Ansa che poi chiarisce come quei provvedimenti siano stati ritenuti “discriminatori” da Pechino. 

La Cina blocca i visti sudcoreani

La fonte è una nota dell’ambasciata cinese a Seul. Secondo quel documento le misure decise “saranno adeguate in base all’annullamento delle restrizioni discriminatorie all’ingresso in Corea del Sud nei confronti della Cina”. Insomma, da un lato c’è la nuova ondata Covid dalla Cina, dall’altra c’è l’ambasciata di Pechino a Seul che ha deciso di bloccare il rilascio dei visti d’ingresso di breve periodo ai cittadini sudcoreani. E la comunicazione è netta; “L’ambasciata cinese e i consolati sospenderanno l’emissione dei visti di breve periodo ai cittadini sudcoreani”. Il provvedimento “colpirà i cittadini sudcoreani che visitano la Cina per affari, turismo, cure mediche, transito e per affari privati in generale“. 

Le parole del portavoce degli Esteri di Pechino

E lo stesso portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin aveva già anticipato il provvedimento e le “contromisure reciproche nei confronti di alcuni Paesi che hanno imposto restrizioni di ingresso discriminatorie ai viaggiatori provenienti dalla Cina”. Lo aveva fatto esortando gli Usa “a essere trasparenti e aperti nella condivisione di informazioni e dati sulla variante Omicron XBB attualmente prevalente”.