A marzo 2020 il primo lockdown, una nuova ondata esattamente un anno dopo. Tra marzo e aprile 2022 si assiste a un nuovo incremento di contagi: la pandemia da Coivd-19 evidentemente non è ancora finita, sebbene i vaccini siano un’arma preziosa contro il virus e il Paese si prepara a ripartire. Gli esperti raccomandano ancora prudenza, per il professor Ascierto non è ancora il momento di abbassare la guardia. A descrivere la situazione è anche il collega milanese Fabrizio Pregliasco.
Covid, Pregliasco: “Variante Omicron 2 molto più contagiosa”
Descrivendo l’andamento in rialzo della curva epidemiologica in Italia e la situazione Covid nel nostro Paese, Pregliasco ha paralto di “qualcosa di relativamente atteso”.
Il docente dell’Università degli Studi di Milano, nonché direttore sanitario dell’istituto Galeazzi, ha spiegato: “La variante Omicron 2 è molto più contagiosa, anche più del morbillo e della varicella, e ha una grande capacità di colpire i giovani e i bambini“, dove il numero di vaccinati resta piuttosto limitato. “Nella fascia di età tra 5 e 11 anni abbiamo solo il 34% di vaccinati con due dosi”, ha precisato.
Quindi ha aggiunto: “Gli sbalzi termici di questo periodo ci espongono maggiormente ai virus. A completare il quadro si è aggiunto un abbassamento comprensibile del livello di attenzione“.
Pregliasco, “Pasqua il banco di prova”: il motivo
I contagi di Covid per Fabrizio Pregliasco potrebbero aumentare fino a fine maggio. Per lui Pasqua sarà il banco di prova, in quanto “ci si sposta di più, si incontra”. Quindi ha precisato: “Ci sarà ancora una crescita e poi andranno a scemare”.
Con l’arrivo della bella stagione si pensa subito all’estate e Pregliasco ha fatto una prima previsione, dichiarando: “Avremo una tregua con meno contagi prima di una ripresa autunnale scontata. La variabile da considerare, ma non vorrei fare il menagramo, è l’arrivo di un’ulteriore variante che però, volendo essere ottimisti, potrebbe essere estremamente trasmissibile ma benevola. Vale la pena ricordare che il minore affollamento degli ospedali dipende soprattutto dai vaccini“.