> > Covid, la situazione delle Regioni in riferimento alle varianti

Covid, la situazione delle Regioni in riferimento alle varianti

Covid situazione varianti Regioni

L'Italia delle varianti del covid: la situazione Regione per Regione.

In Italia la terza ondata del coronavirus è stata senza dubbio contraddistinta da una grande diffusione delle varianti covid che hanno preso in poco tempo il sopravvento sul virus originario. Stiamo parlando principalmente di quella inglese, la più diffusa in Italia, ma anche di quella brasiliana a sudafricana che rappresentano sicuramente un rischio da tenere sotto strettissima osservazione. Le chiusura delle ultime settimane sembrano funzionare e per la prima volta da un mese il dato dell’indice Rt torna ad abbassarsi nel monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, ma per stessa ammissione degli esperti è necessario perdurare nella riduzione delle interazioni fisiche visto che ci si trova davanti a mutazioni estremamente più veloci nella diffusione rispetto al ceppo d’origine. Ma com’è la situazione delle varianti in Italia in riferimento alle singole Regioni?

Covid, la situazione delle Regioni con le varianti

Cercare di capire la diffusione delle varianti covid nelle Regione non è sempre facilissimo in quanto mancano le sequenze. Come sottolineato dal microbiologo Andrea Crisanti, l’Italia non sarebbe ancora in grado di difendersi dalle mutazioni del virus dall’esterno in quanto manca un corretto programma di sorveglianza e di sequenziamento“. Stando però alle ultime segnalazione da parte delle Regioni è possibile provare a ricostruire una mappa dei territori che in questo momento sembrano essere in maggiore difficoltà.

Le varianti nel Nord d’Italia

Iniziamo dalla Valle d’Aosta dove nei giorni scorsi è stato riscontrato un caso di variante nigeriana, una rara mutazione del virus che secondo molti esperti potrebbe essere resistente al vaccino covid. Il primo caso era stato isolato a Brescia, più o meno all’inizio del mese di marzo. Sotto forte pressione delle varianti anche l’Alto Adige, dove la prevalenza è di quella inglese, ma non sono mancati alcuni casi di variante sudafricana: quattro a Bolzano, due a San Martino in Passiria e un caso di una persona non residente in Alto Adige.

Le varianti nel Centro Italia

Spostandosi più a Sud lungo lo stivale altre situazione da tenere sotto stretta osservazione è quella della Toscana dove ben otto classi della scuola primaria Torrigiani di Firenze e 15 docenti sono finiti in quarantena per un caso di variante inglese del coronavirus all’interno dell’Istituto. In Umbria, forse uno dei primi territori dove si è registrato un brusco aumento dei casi dovuti alle varianti, i casi ora scendono proprio in virtù delle nette chiusure dell’ultimo mese. Secondo l’ultima valutazione dell’Istituto superiore di sanità, in Umbria il 51% di prevalenza dei casi è riconducibile alla variante inglese, mentre il 36% a quella brasiliana. Situazione situazione simile anche in Abruzzo, dove l’inglese è stata causa dell’80% dei contagi nell’area metropolita di Pescara – Chieti. E ancora nelle Marche dove nei giorni scorsi è stata riscontrata una variante che finora non era descritta in Italia e che era stata identificata per la prima volta a New York lo scorso novembre.

Le varianti al Sud e nelle Isole

Al Sud e nelle Isole sotto forte pressione c’è la Puglia, dove la variante inglese si è diffusa con grande celerità mettendo in forte difficoltà i nosocomi locali. Stando all’indagine svolta dal Centro di Coordinamento regionale Lab SARS CoV-2 del Policlinico di Bari e dall’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, su 126 tamponi processati in tutte le province il 18 marzo scorso, ben 117 (93%) risultavano positivi alla variante inglese, mentre non sono state riscontrate le varianti sudafricane e brasiliane.

In Sicilia è stata identificata la prima volta a Messina la variante africana A27, che era già stata identificata in Slovenia. Tracce nel territorio siculo anche della mutazione nigeriana che era stata riscontrata in un 16enne originario della Guinea scappato dal Centro di Pozzallo. In Sardegna, che per qualche settimana è stata anche zona bianca, sono stare rilevate tutte le varianti. Nello specifico il laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Aou di Sassari ha riscontrato la variante sudafricana in tre campioni provenienti da due comuni del Nord Ovest Sardegna..