Sono almeno sedici le vittime del crollo di un condominio che si è verificato ad Aleppo, in Siria. Di queste, cinque sono bambini. I soccorritori accorsi sul logo della tragedia stanno verificando la presenza di sopravvissuti. Al momento, pare che il cedimento dell’edificio sia stato causato da una perdita d’acqua.
Crollo ad Aleppo, almeno 16 morti: 5 sono bambini. Si cercano sopravvissuti
Almeno 16 persone sono morte a causa del crollo di un condominio provocato da una perdita d’acqua. Il bilancio delle vittime, secondo quanto riferito, comprende cinque bambini, secondo quanto riferito da un’agenzia di stampa curda. I soccorritori presenti sul posto sono ancora alla ricerca di sopravvissuti. I filmati condivisi dalla televisione di Stato hanno mostrato decine di soccorritori impegnati a estrarre le persone dalle macerie, mentre i bulldozer lavoravano per rimuovere le macerie.
L’edificio di cinque piani, abitato da sette famiglie, è crollato nella giornata di domenica 22 gennaio. Tutti i morti siriani erano stati costretti a fuggire dalle loro case d’origine a causa di oltre un decennio di combattimenti che ha straziato il Paese.
Devastating news: 16 deaths so far, including children, reported in the collapse of a residential building in Sheikh Maqsoud, #Aleppo, #Syria. The ongoing bombing by the Assad regime and Russia has destroyed thousands of buildings, leaving thousands more at risk. pic.twitter.com/C8SpO6SHXh
— Mousa Zidane (@Zidane084) January 22, 2023
Le indicazioni dell’Osservatorio siriano per i diritti umani
Gran parte di Aleppo è stata distrutta durante i quasi 12 anni di conflitto che si sono susseguiti in Siria e molti degli edifici rimasti sono stati lasciati in uno stato di decadenza.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha riferito che le vittime erano tutti sfollati provenienti dal distretto settentrionale di Afrin. Il quartiere di Sheikh Maksoud è abitato prevalentemente da curdi siriani e governato dalle Unità di protezione del popolo (YPG). Molti dei suoi residenti sono, appunto, fuggiti da Afrin dopo l’inizio dell’offensiva turca nel 2018.
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