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Svolta nell'omicidio di Willy Branchi, indagato un prete

Willy Branchi

Don Bruscagin avrebbe detto di "sapere da sempre" chi è l'assassinio di Willy Branchi. Il prete è stato indagato per false dichiarazioni al pm.

Possibile svolta nel delitto di Willy Branchi, ritrovato nudo con la testa fracassata il 30 settembre 1988 Goro, nel Ferrarese. Per la seconda volta è stato iscritto nel registro degli indagati un sacerdote, don Tiziano Bruscagin, accusato di false dichiarazioni al pm. Il caso è stato riaperto nel maggio 2018: il 18enne potrebbe essere finito in un giro di pedofilia.

Willy Branchi forse si ribellò agli abusi

Nel maggio 2018 il Gip aveva respinto la richiesta di archiviazione e disposte nuove indagini sull’omicidio di Wilfrido “Willy” Branchi, il 18enne ucciso con una pistola da macello. Il suo corpo venne ritrovato il 30 settembre 1988 lungo l’argine del Po a Goro, nel Ferrarese. Per anni il sospettato principale dell’assassinio di Willy è stato Valeriano Forzati, detto Tango, un pregiudicato per rapine, autore della cosiddetta strage del Laguna Blu, locale di Goro. L’uomo è morto in carcere a Buenos Aires senza però mai confessare il delitto.

Nel 2014 la famiglia di Willy Branchi ha chiesto la riapertura del caso dopo alcune dichiarazioni rilasciate dal parroco del paese. Le indagini si sono così concentrate su un presunto giro di pedofilia, tesi che potrebbe essere supportata anche dal fatto che sul cadavere del 18enne sono stati ritrovati segni di abusi. “Sono anni che sto lottando contro i mulini a vento – aveva scritto su Facebook Luca Branchi, fratello di Willy – ora è uscita la vergognosa verità su che cosa accadeva all’epoca e che cosa è avvenuto a mio fratello, sentire ancora gente che mente, che tace davanti agli inquirenti, che mi incontra per strada e fa finta di nulla, mi distrugge e inorridisco ancora di più”.

Il prete indagato, ancora

La Procura di Ferrara ha infatti in questi giorni iscritto nel registro degli indagati un sacerdote, accusato di false dichiarazioni al pm. Si tratterebbe di don Tiziano Bruscagin, già indagato all’epoca dei fatti. Interrogato recentemente dai magistrati che lavorano sul caso, il parroco non avrebbe rivelato tutto ciò di cui sarebbe a conoscenza del delitto.

Finito agli atti dell’inchiesta un colloquio registrato tra il prete e l’avvocato della famiglia Branchi, risalente al 2014. In questo colloquio don Tiziano Bruscagin avrebbe affermato di “sapere da sempre” chi è l’assassinio di Willy. Al legale avrebbe anche sostenuto: “A Goro almeno 2mila persone sanno esattamente le cose che ho detto io. Ma non posso coinvolgere nessuno, io…”.

Luca Branchi rivolge quindi un appello a Papa Francesco: “Spero che ci ascolti e che intervenga. Deve convincere don Bruscagin a dire la verità sulla morte di mio fratello”. Per il momento, interviene l’arcivescovo Gian Carlo Perego, che fa sapere: “Prego il Signore perché chi è colpevole si costituisca così da iniziare un percorso di pena e di perdono. – aggiungendo – Anche se sono passati trent’anni credo che il rimorso di un omicidio di uno o più persone pesi sulla loro coscienza”.