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Palermo, 46 arresti per Cosa Nostra: preso l'erede di Riina

Palermo, arrestati 46 capi delle famiglie di Cosa Nostra

Blitz dei Carabinieri a Palermo. Arrestati 46 esponenti dei vertici di Cosa Nostra. Preso anche l'erede di Totò Riina: Settimino Mineo.

Un blitz dei Carabinieri a Palermo colpisce al cuore la Cupola di Cosa Nostra. I vertici dell’organizzazione criminale erano tornati a riunirsi a partire dal 29 maggio 2018. Sembra che i capi delle famiglie siciliane avessero da poco rieletto l’erede del Boss storico di Cosa Nostra, Totò Riina, morto il 17 novembre 2017. Le famiglie mafiose si sono accordate per scegliere Settimo Mineo, ottantenne che ufficialmente lavora come gioielliere. Alle prime luci dell’alba di martedì 4 dicembre 2018 la procura di Palermo, diretta da Francesco Lo Voi, ha effettuato 46 arresti nei vertici di Cosa Nostra. L’inaugurazione di una nuova leadership per la mafia siciliana si è quindi bloccata sul nascere. Per avere la definitiva conferma di una condanna, però, si devono attendere i risultati del processo.

Cosa Nostra, arrestato l’erede di Riina

Settimino Mineo era già stato arrestato e interrogato da Giovanni Falcone, nel 1984. Durante l’interrogatorio aveva risposto alle domande del magistrato affermando: “Non so di che parla, cado dalle nuvole“. Nel contesto del maxi processo era stato condannato a scontare cinque anni di carcere; una nuova condanna lo ha costretto a undici anni di reclusione nel 2006. Nel 2017 è tornato in libertà. Ora si attende l’inizio del processo per sapere se Settimino Mineo sarà nuovamente condannato.

Le indagini dei Carabinieri

Dopo che per anni la commissione provinciale (l’organismo di rappresentanza di tutte le famiglie) non si era più riunita, Cosa Nostra stava cercando di riorganizzarsi. Dal momento che Totò Riina, al vertice della Cupola, non poteva convocare una riunione dei capi delle famiglie, il sistema era rimasto bloccato per anni. Dopo la sua morte sono iniziate subito le procedure per eleggere un nuovo capo: Settimino Mineo ha vinto le “elezioni”. La sua leadership era necessaria all’organizzazione criminale per gestire il traffico di droga e il business delle scommesse on line.

La campagna elettorale per il nuovo governo mafioso è stata intercettata e seguita dal nucleo Investigativo del comando provinciale dei Carabinieri, sotto la direzione del colonnello Antonio Di Stasio. A seguire l’indagine c’era un pool di magistrati: il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e i sostituti Maurizio Agnello, Francesca Mazzocco, Amelia Luise, Dario Scaletta, Gaspare Spedale e Bruno Brucoli. “Lo zio Settimo è devoto” si sente affermare ai capi delle famiglie mafiose a proposito di Settimino Mineo. Devoto alla Cupola e a Cosa Nostra, alla quale ha dedicato l’intera vita.