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Immigrato muore sul lavoro: gettato il corpo in una scarpata

Vitali Mardari

Denunciato a piede libero un imprenditore del bellunese. E' accusato di aver gettato in una scarpata un boscaiolo che lavorava per lui in nero.

La morte di Vitali Mardari ha destato fin da subito dei sospetti. Il corpo del 28enne di origine Moldava, che lavorava come boscaiolo, è stato rinvenuto il 19 novembre 2018 in una scarpata nei boschi di Sagron Mis (Trento). I Carabinieri di Primiero San Martino di Castrozza e di Imer intervenuti sul postoad, assieme al medico legale, hanno notato immediatamente però che il cadavere presentava lesioni non compatibili con la caduta.

Fatto sparire

Si è capito quindi in breve tempo che l’uomo era stato sì vittima di un’infortunio ma in un luogo diverso da quello del rinvenimento della salma. A seguito di accurate indagini, gli inquirenti hanno appurato che Vitali Mardari, che viveva in provincia di Belluno fra Santa Giustina e Ponte nelle Alpi, era stato assunto “in nero” da un’azienda boschiva.

Gli investigatori credono che il 28enne, dopo un incidente sul lavoro, sia stato quindi trascinato e poi gettato nella scarpata per evitare che si scoprisse la posizione contrattuale irregolare del boscaiolo. I Carabinieri hanno infatti denunciato a piede libero un imprenditore residente in provincia di Belluno per omicidio colposo e omissione di soccorso.

I militari ipotizzano che sia stato proprio lui ad abbandonare nel dirupo Vitali Mardari, che non era ancora morto ma versava in gravissime condizioni ed aveva quindi bisogno di aiuto. Era stato poi lo stesso imprenditore a chiamare la guardia boschiva, facendo finta, è questa la tesi dell’accusa, di aver appena ritrovato il corpo del giovane. L’autopsia ha stabilito che il 28enne aveva diverse fatture craniche, perché colpito violentemente alla testa da un cavo di acciaio che si era spezzato.