Andrea Cerabolini Argomenti trattati
Rubavano auto di lusso per poi rivenderle sui mercati esteri. Ma solo quando non chiedevano ai legittimi proprietari delle auto il cosiddetto “Cavallo di ritorno”, un termine con il quale si indica una richiesta di riscatto tesa a riottenere i beni rubati. I Carabinieri della Compagnia di Pozzuoli, al termine di una indagine durata oltre un anno, hanno proceduto all’arresto di 14 persone, 13 italiani e un albanese, che dovranno ora difendersi dalle accuse di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio di vetture di lusso, utilitarie e autoarticolati.
27 auto recuperate dai Militari
I militari, nel corso delle indagini, hanno fatto ampio ricorso ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, attraverso le quali sono riusciti a raccogliere le prove necessarie a determinare la loro colpevolezza. Diversi i pedinamenti effettuati, attraverso i quali gli agenti hanno anche potuto cogliere in flagranza di reato alcuni membri della banda. 27 le auto recuperate dai militari. E mentre alcune di esse erano dirette in Spagna, altre erano in attesa di raggiungere il porto di Bari, scalo commerciale dal quale sarebbero poi state imbarcate dirette alla volta di vari paesi esteri.
Banda specializzata nel “Cavallo di ritorno”
E proprio grazie alle indagini sarebbe emerso il frequente ricorso della banda al cosiddetto “Cavallo di ritorno”, una pratica illegale che si configura come un’estorsione e che prevede il pagamento di un riscatto da parte della vittima del furto, teso a riottenere il bene rubato.
Il precedente
Solo il 5 febbraio 2019, nel rione Afragola, nel napoletano, i Carabinieri avevano arrestato 31 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti, ricettazione, rapina e favoreggiamento. Anche questa banda era dedita al furto di auto, e anche loro si erano specializzati nella richiesta del ‘cavallo di ritorno‘.
