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Manuel Bortuzzo a Porta a Porta: "Dopo gli insulti mi hanno sparato"

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Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto rimasto paralizzato alle gambe dopo una sparatoria, si racconta in esclusiva a Porta a Porta.

Si racconta a Bruno Vespa – nell’anteprima dell’intervista esclusiva concessa a Porta a Porta – Manuel Bortuzzo, il diciannovenne promessa del nuoto nostrano colpito da un proiettile e paralizzato alle gambe nella notte tra il 2 e il 3 febbraio.

Il drammatico racconto della sparatoria

“Hanno attirato l’attenzione mia e della mia ragazza – spiega Bortuzzo – Eravamo dall’altra parte rispetto alla gente che era davanti al pub. Ho visto un motorino che provenendo dalla destra ha girato dietro di me e poi il ragazzo che stava seduto dietro che ha alzato la pistola e dopo avermi urlato degli insulti ha sparato. Dopo lo sparo mi sono chiesto: ma cosa è successo?“.

Dopo i soccorsi e gli interventi medici delle settimane seguenti, il responso non è dei migliori: Manuel rischia di non muovere mai più le gambe. Emozionante l’inizio dell’intervista di Bruno Vespa al ragazzo ancora nel letto di ospedale che inizia con quella che, vista la situazione, è la meno scontata delle domane: “Manuel come stai?“. La risposta del giovane è quella di uno sportivo vero, di quelli che non mollano mai e affrontano le avversità col sorriso: “Tutto bene. Sono contento di aver iniziato questo percorso”.

“Emozionante rivedere famiglia e amici”

Dopo aver raccontato i dettagli dell’aggressione con tanto di sparatoria, Manuel precisa: “Non ho perso subito conoscenza. La prima cosa che non ho sentito sono state le gambe. L’ultima scena che ricordo sono stati i quattro poliziotti che mi hanno soccorso”. Poi il primo ricordo dopo il risveglio in ospedale: “La prima cosa che ricordo, quando mi sono svegliato, è stata mia mamma. Mi sono emozionato rivedendo la mia famiglia e gli amici”.

“Voglio tornare a nuotare”

Nel pomeriggio, Franco Bortuzzo, padre di Manuel, ha postato su Facebook una foto del figlio sorridente e positivo, pronto ad affrontare il duro percorso di riabilitazione presso la clinica riabilitativa Santa Lucia di Roma, dove è da poco stato trasferito. “E chi ci ferma”, questo il commento in allegato alla foto del ragazzo che, pronto a combattere per la sua vita, sa di avere con se milioni e milioni di italiani che stanno ormai da giorni seguendo la vicenda da vicino, facendo il tifo per lui e interessandosi dei suoi progressi. Manuel, si mostra positivo e sorridente anche nel video messaggio inviato a tutte le persone che lo sostengono tramite i social: “Ciao ragazzi, come potete vedere sto sempre meglio, sono appena arrivato in quello che sarà il mio nuovo campo da combattimento“.