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Bimbo morto in Sicilia, l'autopsia: braccio rotto. Indagata la madre

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La Procura di Ragusa aveva disposto l'autopsia sul corpo del neonato. La madre è indagata per maltrattamenti.

L’autopsia eseguita sul corpo del bimbo di sei mesi, trovato senza vita in un’abitazione a Comisio, in provincia di Ragusa, ha rivelato l’ipotesi dei maltrattamenti da parte della mamma del piccolo, una donna rumena di 36 anni. Il padre del bambino, a quanto riferiscono le fonti locali, di origini tunisine, si trova attualmente in carcere. Dopo il ritrovamento, una tac eseguita sul corpo del neonato, aveva riscontrato la frattura di un braccio. Proprio l’esito radiografico aveva convinto il pm Santo Fornasier a disporre l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

Quel braccio rotto

Secondo quanto riportata il Giornale di Sicilia, l’esame autoptico, effettuato dal professor Giulio Di Mizio dell’Università Magna Grecià di Catanzaro, avrebbe confermato la presenza di una frattura all’arto superiore, intervenuta prima della morte del piccolo, evidenziando al contempo il pessimo quadro clinico del neonato, che, a quanto risulta, soffriva di una malattia congenita. Il piccolo era stato trovato senza vita martedì scorso, nell’abitazione che la madre divide con il compagno.

Indagata la madre

La donna è ora accusata di maltrattamenti su minori. Nelle ultime ore la madre è stata interrogata a lungo in Questura a Ragusa, nel tentativo di far luce sulle condizioni del figlio e su come il piccolo veniva tenuto in casa. Resta da chiarire quel “buco” di ore intervenuto tra l’ultima poppata, che la donna avrebbe dichiarato essere avvenuta intorno alle 4 del mattino, e la chiamata al 118 per soccorrere il piccolo, il cui decesso sarebbe stato dichiarato dal medico intorno alle ore 16 del pomeriggio successivo. Un arco temporale piuttosto esteso, durante il quale la madre avrebbe completamente trascurato le condizioni di salute del lattante.

Resta detenuto nel carcere di Poggioreale, Tony Essoubti Badre, il patrigno accusato di aver ucciso a percosse un bambino di 7 anni a Cardito, a Nord di Napoli. L’uomo sarebbe sorvegliato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria per evitare possibili ritorsioni da parte degli altri detenuti.