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Morte Imane Fadil, parlano i familiari: "Non ci fermeremo"

imane fadil

I parenti di Imane Fadil hanno fatto sapere di volere una risposta agli interrogativi sulla morte della donna. "Non ci fermeremo".

“Questa volta non ci fermiamo. Non ci fermeremo. Lo dobbiamo a lei”. Sono queste le parole del cognato di Imane Fadil, intervistato da Il Fatto Quotidiano. L’uomo ha cercato di ricostruire l’ultimo mese della donna deceduta all’ospedale Humanitas di Rozzano. I familiari hanno voluto far sapere che, come hanno sostenuto la donna quando scoppiò lo scandalo delle cene, andranno fino in fondo anche a questa storia. “Come famiglia ci sentiamo in una posizione molto delicata. Non crediamo più a nessuno”.

Il mese trascorso in ospedale

La famiglia ha cercato di ricostruire l’ultimo mese di vita della donna, trascorso in ospedale. Vivendo in Svizzera, i parenti non vedevano spesso Imane, ma la sentivano regolarmente al telefono. Era stata lei stessa ad avvisarli del ricovero a causa di forti dolori allo stomaco. Il cognato ha poi detto di aver visto la donna nel letto di ospedale come “un cadavere”, cosa che ha fatto scattare i primi sospetti nella loro testa. A questi si sono poi sommate le dichiarazioni della stessa Imane, che continuava a ripetere loro di essere stata avvelenata.

I parenti sono ora in una situazione molto più grande di loro e vogliono trovare risposta a tutti gli interrogativi che hanno rispetto alla morte di Imane, motivo per il quale avrebbero deciso di rompere il silenzio: “Le hanno mangiato la vita già una volta”.

“L’hanno uccisa”

Dopo la morte, nessuno poteva vedere il cadavere di Imane. Solo alla sorella è stato dato il permesso di vederla e per lei non ci sono stati dubbi: “Alla fine l’hanno uccisa veramente” avrebbe detto al marito. Sembra quindi che la famiglia della donna propenda per l’ipotesi dell’avvelenamento, sostenuta anche dalla stessa Imane: “Mi hanno avvelenata, me lo dicono i dottori” ripeteva. Sembra infatti che in un primo momento i medici abbiano sostenuto l’ipotesi dell’avvelenamento per poi fare marcia indietro.

La famiglia avrebbe poi lasciato trasparire alcuni dettagli, come riportato da Il Fatto Quotidiano. Sembra che alcuni parenti conoscano il nome della persona con cui Imane cenò la sera prima di sentirsi male. Fu lei stessa a comunicarglielo, pensando in un primo momento ad un’intossicazione alimentare.