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Bimbo ucciso a Cardito, le maestre sapevano delle botte

Cardito, le maestre del bimbo ucciso

Le intercettazioni hanno rivelato che, pochi giorni prima dell'omicidio, le insegnanti avevano inviato alla preside una segnalazione.

Non era solo la madre a essere a conoscenza delle botte che Giuseppe, il bimbo ucciso a Cardito, era costretto a subire dal patrigno. Il cerchio delle persone che avrebbero potuto salvarlo si allarga, riporta il Messaggero, fino a includere anche le maestre della scuola elementare frequentata dal bimbo. La notizia è stata divulgata da Chi l’ha visto?, che ha citato un’intercettazione in cui le insegnanti commentano la violenza subita e parlano di una comunicazione inviata alla preside.

“Li picchiava ogni giorno”

A scuola non erano passati inosservati i lividi, lasciati dalle percosse che subivano da Tony Essobti Badre, ben evidenti sulla pelle di Giuseppe e Noemi. Fino al giorno in cui, in preda alla rabbia, il patrigno li ha massacrati, uccidendo il bambino e ferendo gravemente la sorella. Le intercettazioni rivelano la gravità delle lesioni riportate dai due bambini ben prima dell’omicidio. “Tutti i giorni venivano con il volto tumefatto“, racconta una delle insegnanti. “La sorellina è venuta in classe con un pezzo di orecchio mancante. L’ha ucciso a palate, ma tutti i giorni lo faceva. Lo picchiava, lo picchiava a sangue“. La stessa maestra ha inviato alla direttrice della scuola una segnalazione, solo nove giorni prima della tragedia. Ma tutto si è rivelato inutile: “Il bambino non parlava. Si buttava a terra e io lo chiamavo ‘scimmiottella‘ e lui diceva: ‘No, scimmia no'”.

Le parole della sorella

Durante la puntata di Chi l’ha visto è stata mandata in onda anche la testimonianza della sorella Noemi. Sarebbe venuto proprio da lei il primo grido d’aiuto, rivolto alle insegnanti. “Io lo dicevo alle maestre che Tony ci metteva sotto l’acqua e dentro il ce**o“, ha raccontato. “Mamma era con me, ma non faceva niente. Finalmente me ne vado da quella casa”.