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Salone del Libro, polemiche per la presenza di Altaforte

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Altaforte, casa editrice di Casapound, sarà presente al Lingotto con uno stand. E' polemica.

Il Salone del Libro di Torino, in programma al Lingotto Fiere dal 9 al 13 maggio è al centro delle polemiche per la presenza di Altaforte, casa editrice vicina a CasaPound. Il 2 maggio il direttore del Salone, Nicola Lagioia, ha scritto un lungo post su Facebook sulla vicenda in cui ha precisato che la scelta del programma è responsabilità sua e del Comitato editoriale, ma non lo è la scelta degli stand. Negli ultimi giorni è stata inoltre diffusa la notizia che Altaforte pubblicherà un libro-intervista al ministro dell’interno, Matteo Salvini. Si vociferava che il ministro avrebbe presentato il libro allo stand della casa editrice, ma la notizia è risultata essere falsa. Proprio a causa della presenza di Altaforte, l’Anpi ha annullato la partecipazione all’evento: “Il motivo – si legge in un comunicato – è legato all’intollerabile presenza al Salone della casa editrice Altaforte che pubblica volumi elogiativi del fascismo”.

Le dimissioni di Christian Raimo

Assessore alla cultura del III Municipio della Capitale e consulente del Salone del Libro, anche Christian Raimo è intervenuto nella polemica, rassegnando le sue dimissioni: “Ho deciso di presentare le mie dimissioni dal gruppo dei consulenti per proteggere il Salone dalle polemiche che hanno fatto seguito a un mio post, pubblicato a titolo strettamente personale. Il Salone del Libro è uno spazio di libertà, dibattito e confronto di idee, di cultura e di apertura. E’ il risultato del lavoro appassionato e della dedizione di centinaia e centinaia di persone. E’ importante per il paese e appartiene a tutti. Con queste dimissioni – ha proseguito – testimonio il mio sincero e profondo rammarico per una presa di posizione personale che potrebbe, ma non deve, risultare fuorviante rispetto a ciò che il Salone è da oltre trent’anni”.

Il post incriminato

Nel testo del post, che è stato poi cancellato, Raimo accusa alcuni giornalisti e intellettuali di portare avanti, attraverso i loro libri, un’idea di “razzismo esplicito”. Il messaggio ha destato l’attenzione del mondo della cultura e ha infiammato la polemica. In tanti sono intervenuti, tra cui Lucia Bergonzoni, sottosegretario ai Beni Culturali: “Le accuse di fascismo e razzismo rivolte ad alcuni giornalisti italiani da parte di Christian Raimo, sono di una gravità inaudita. Esprimo loro la più totale solidarietà e vicinanza”.