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Sea Watch, rimandato l'interrogatorio di Carola Rackete

Carola Rackete interrogatorio

La capitana deve rispondere dell'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra.

Dal 9 al 18 luglio, tanto è slittato l’interrogatorio durante il quale Carola Rackete dovrà rispondere alle domande dei magistrati e difendersi dalle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra. Secondo quanto si apprende da Libero Quotidiano, l’udienza è stata rinviata a causa dello sciopero degli avvocati penalisti, a cui hanno aderito anche i due difensori della comandante, Alessandro Gamberini e Leonardo Marino. In risposta, il procuratore Luigi Patronaggio e il procuratore aggiunto Salvatore Vella, che si occupano del caso, hanno fissato una nuova data per l’audizione.

Lo sbarco e l’arresto

La capitana della Sea Watch 3 è stata arrestata dalla Guardia di Finanza subito dopo l’ingresso della nave nel porto di Lampedusa, con l’accusa di aver forzato il blocco imposto dal Viminale, di aver fatto sbarcare illegalmente i migranti salvati in mare e di aver speronato una motovedetta delle Fiamme Gialle. L’imbarcazione della GdF si è infatti posta tra la nave della Ong e la banchina, in un ultimo tentativo di impedire l’attracco. Carola, nel corso di un’intervista rilasciata ad Agorà, ha definito “frustrante” lo scontro con i finanzieri.

Dopo l’arresto, la capitana è stata destinata ai domiciliari in una località sconosciuta di Lampedusa, dove è rimasta fino a quando il gip del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, non ha deciso la sua liberazione.

La scarcerazione e le polemiche

Dalla città della Valle dei Templi, dunque, Carola Rackete è tornata in libertà. Da lì si è recata in un’altra località mantenuta segreta per la sua incolumità. Nel frattempo, la Procura di Agrigento ha giudicato illegittima la richiesta di estradizione da parte del Viminale. La 31enne tedesca, infatti, deve ancora rispondere di diverse accuse davanti alla magistratura italiana.