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Consip, Tiziano Renzi: respinta la richiesta di archiviazione

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No all'archiviazione per Tiziano Renzi nell'inchiesta Consip: "Ci vorrà del tempo, ma il processo mediatico si smonterà".

Non sarà archiviata la parte dell’inchiesta Consip relativa a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo. La richiesta di archiviazione era stata avanzata lo scorso 25 ottobre dalla procura di Roma, e a 9 mesi esatti arriva la risposta: il Gip Gaspare Sturzo ha detto no. Fissata la Camera di consiglio per il prossimo 14 ottobre. “Non provo rabbia o dolore. So di non aver commesso alcun traffico di influenze e so che questo infinito processo mediatico prima o poi sarà smontano pezzetto dopo pezzetto” ha commentato Tiziano Renzi.

Tiziano Renzi: “Io innocente”

“Ci vorranno anni, ne sono consapevole. Ma sarà chiaro a tutti che non ho commesso alcun traffico di influenze, così come è stato acclarato che non ho mai evaso le tasse e che non ho mai pagato lavoratori in nero” ha scritto su Facebook. “Ho fede e pazienza, attenderemo lo svolgimento dei procedimenti. Sono innocente come del resto avevano riconosciuto anche i pm di Roma chiedendo l’archiviazione”. L’avvocato Federico Bagattini ha annunciato le prossime mosse: “Prendiamo atto di tutti i provvedimenti giudiziari, non siamo di quelli che gridano allo scandalo. Ci difenderemo il 14 ottobre, confidiamo di far cambiare idea a un giudice che sarà sicuramente immune da condizionamenti”.

Rifiutate altre richieste

Quella di Tiziano Renzi, non è l’unica richiesta di archiviazione bollata con un no. Il giudice ha respinto anche le richieste relative ad altri nove indagati: l’ex ministro dello Sport, Luca Lotti, il generale dell’Arma in Toscana, Emanuela Saltamacchia, l’imprenditore Carlo Russo, l’imprenditore Alfredo Romeo, l’ex parlamentare del Pdl Italo Bocchino, l’allora ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi, l’ex ad di Consip Domenica Casalino e il dirigente Francesco Licci. Per questi i pm avevano chiesto l’archiviazione per singoli capi d’imputazione, tra cui rivelazione del segreto d’ufficio, turbativa d’asta e corruzione. In relazioni agli altri capi d’imputazione, la procura di Roma aspetta la decisione del Gup.