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Papa Francesco all'udienza del mercoledì: "Prima sacramenti dei soldi"

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Ricominciano le udienze del mercoledì e Papa Francesco continua la lotta al dio denaro: "Le parrocchie non devono pensare ai soldi, ma ai sacramenti".

Papa Francesco ha ripreso le Udienze Generali dopo la pausa estiva. A causa del fortissimo sole che sta colpendo Piazza San Pietro, l’udienza del mercoledì si è svolta nell’Aula Paolo VI. Il Pontefice ha iniziato il proprio discorso partendo dagli Atti degli Apostoli. “Negli Atti degli Apostoli la predicazione del Vangelo non si affida solo alle parole, ma anche ad azioni concrete che testimoniano la verità dell’annuncio”, ha esordito.

“Ci troviamo oggi dinanzi al primo racconto di guarigione del Libro degli Atti. Esso ha una chiara finalità missionaria, che punta a suscitare la fede. Pietro e Giovanni vanno a pregare al Tempio, centro dell’esperienza di fede d’Israele, a cui i primi cristiani sono ancora fortemente legati. E alla porta del Tempio detta Bella vedono un mendicante, un uomo paralitico fin dalla nascita. La Legge mosaica impediva di offrire sacrifici a chi avesse menomazioni fisiche, ritenute conseguenza di qualche colpa. E in seguito era stato negato loro persino l’accesso al Tempio. Lo storpio, paradigma dei tanti esclusi e scartati della società, è lì a chiedere l’elemosina come ogni giorno”, ha spiegato Papa Francesco.

La critica al denaro

Forte la critica del Papa nei confronti della corruzione all’interno della Chiesa. Prese di mira soprattutto le parrocchie che antepongono il denaro alla sacralità del Vangelo: “Quel mendicante, incontrando gli Apostoli – osserva il Pontefice – non trova denaro ma il Nome che salva l’uomo: Gesù Cristo il Nazareno. Qui appare il ritratto della Chiesa, che vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l’umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà al posto di barriere”.

Le parrocchie pensano che sono più importanti i soldi che i sacramenti – dice a braccio il Papa – per favore Chiesa povera, chiediamo al Signore quello”.