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Batterio New Delhi, salgono le morti in Toscana: 31 casi sospetti

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Aumentano i casi di morti sospette collegabili al batterio New Delhi. In Toscana sarebbero già 31 i pazienti deceduti a partire dallo scorso novembre.

Si aggrava il bilancio delle probabili vittime del batterio New Delhi, che dallo scorso novembre avrebbe sviluppato infezioni in 75 persone e causato 31 morti sospette in Toscana. Al momento tuttavia l’Autorità regionale sanitaria mostra cautela nel collegare i decessi direttamente al batterio. In molti casi infatti si trattava di pazienti già colpiti da precedenti patologie, nei quali il New Delhi potrebbe essere stato una semplice concausa o anche non aver provocato la morte degli individui.

Batterio New Delhi, 31 morti in Toscana

Nella giornata dell’11 settembre, sul sito dell’Agenzia Regionale di Sanità è stato pubblicato il monitoraggio in merito alla diffusione del batterio sul territorio della Toscana. Stando alle analisi effettuate dal novembre 2018 al 31 agosto scorso infatti, sarebbero 708 le persone portatrici del batterio attualmente ricoverate negli ospedali toscani, per le quali è già stato attivato il protocollo di contenimento sanitario. Di queste, il maggior numero di casi sarebbe concentrato nella zona Nord Ovest della regione. Da evidenziare in particolare il caso dell’ospedale Cisanello di Pisa, dove finora si sono registrati 31 casi di infezione e 10 morti sospette.

Il batterio New Delhi, isolato per la prima volta nel 2008 in un paziente svedese di ritorno dall’India, produce un enzima – il metallo beta lactamasi Nuova Delhi – estremamente resistente alla gran parte dei nostri antibiotici. Peraltro, mentre in un paziente sano la contrazione del batterio non porta a particolari conseguenze, in un individuo già colpito da deficit del sistema immunitario il New Delhi può diventare estremamente pericoloso. Si calcola ad esempio come come il batterio presenti una mortalità del 40% nei pazienti colpiti da sepsi.

Le parole dell’assessore regionale alla salute

In risposta ad un interrogazione del consigliere regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti, l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi ha affermato come non vi sia stato alcun ritardo nell’implementazione delle misure di sicurezza. La Saccardi ha poi dichiarato che: “Entro breve lo screening tradizionale verrà sostituito da un test molecolare che garantisce più rapidità nella risposta” – passando da due giorni a qualche ora, ribadendo inoltre come attualmente sia impossibile – “Individuare un nesso immediato tra decesso e presenza del batterio perché abbiamo molti pazienti che sono in condizioni di grave fragilità”.