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'Ndrangheta a Lamezia Terme: colpo alla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri

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28 persone della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri sono state arrestate dalla Dda di Catanzaro coordinata dal procuratore Gratteri.

Colpo grosso alla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri da parte della Dda di Catanzaro. Un’operazione coordinata dal procuratore Nicola Gratteri, che ha portato all’arresto di 28 persone facenti parte di quella definita una delle “famiglie storiche di serie A” della ‘Ndrangheta.

‘Ndrangheta a Lamezia Terme

Una cosca pronta a ricorrere ad ogni mezzo per portare a termine i propri affari quella di Cerra-Torcasio-Gualtieri, anche usare ragazzini – impiegati per comprare la materia prima per costruire gli ordigni da sistemare davanti gli esercizi commerciali da colpire. Un giro di illegalità che andava avanti da troppo tempo e che ha portato il procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, ad organizzare un’operazione a larga scala per bloccare quanti più individui possibili: si è giunti così all’arresto di 28 persone, tra affiliati e contigui al clan. Tutti e 28 i fermi sono stati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Francesca Pizzini, proprio su richiesta di Gratteri, con l’aggiunta di Vincenzo Capomola e il sostituto Elio Romano. Iscritte nel registro degli indagati un totale di 50 persone, tra cui i boss dei clan – già in carcere – che riuscivano, nonostante tutto, a controllare e comandare il territorio di Lamezia. Per il gip: “Hanno proseguito nella perpetrazione dei propri scopi criminali anche e soprattutto impartendo direttive dall’interno del luogo di reclusione così dimostrando tutta la loro pervicacia delinquenziale e descrivendo altresì un ambiente soggettivo di riferimento vasto e solidale”. Un’operazione divisa in tre fasi, partita con “Crisalide 1“, continuata con “Crisalide 2” e finita con “Crisalide 3“. Secondo Gratteri i Cerra-Torcasio-Gualtieri sarebbero una: “Cosca agguerrita. L’indagine ha riguardato famiglie storiche di mafia di serie A”.

Anche minorenni coinvolti

Quello dei ragazzini usati per procurarsi la polvere da sparo per preparare gli ordigni è solo uno degli aspetti emersi da quest’ultima operazione. Contestati numerosi reati, tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga ed estorsione ai danni di commercianti e imprenditori di Lamezia Terme. Tra gli arrestati Antonio Grande, di 37 anni, già condannato per detenzione di armi e già sottoposto all’obbligo di firma e Francesca Falvo, fidanzata di Ottorino Raineri – definito come il “soggetto posto al vertice della consorteria e già in carcere”. La donna era l’anello di congiunzione tra Raineri e gli altri associati che ricevevano dei messaggi dal boss attraverso dei “pizzini” che la Falvo riusciva a portare fuori dal carcere nascondendoli all’interno di borsoni di biancheria da lavare. “Le cosche colpite oggi sono già state destinatarie di altre indagini e varie condanne. La cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri, nonostante diversi arresti subiti al vertice, ha perpetuato un controllo illecito del territorio. Sono sopraggiunte nuove leve, impiegate in una massiccia attività estorsiva e intimidatoria”, ha aggiunto il procuratore aggiunto Capomola. Fondamentale per l’operazione il contributo delle parti offese: “Pure a Lamezia Terme si può fare impresa in maniera libera e senza l’oppressione che per anni ha caratterizzato buona parte della città nell’esercizio dell’attività economica”, ha concluso il colonnello dei carabinieri Massimo Ribaudo.