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Carabiniere ucciso, Hjorth rinuncia al Riesame: resterà in carcere

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Natale Hjorth, accusato dell'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, ha annunciato che rinuncerà al Riesame: resterà in carcere.

Omicidio Mario Cerciello Rega, Christian Gabriel Natale Hjorth resterà in carcere. Il giovane, accusato insieme all’amico Elder Finnegan Lee dell’assassinio del vice brigadiere di Roma, ha rinunciato al ricorso. Parola al legale.

Hjorth resterà in carcere

Christian Gabriel Natale Hjorth resterà in carcere. Ad annunciarlo il legale del giovane nella giornata di lunedì 16 settembre, che ha comunicato una mossa che nessuno si aspettava. Un passo indietro che suona come un “Sì, sono colpevole”. Il giovane americano è accusato dell’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso nella notte tra il 25 e 26 luglio scorso, insieme al suo connazionale Elder Finnegan Lee, reo confesso. Natale ha rinunciato, nella mattinata del 16, al ricorso presso il Riesame: “Abbiamo preferito così perché la Procura è la seconda volta che deposita nuovi atti a ridosso del Riesame – ha spiegato il difensore di Natale, Francesco Petrelli – Inoltre la Procura ci ha comunicato che c’è ancora attività istruttoria in corso e a noi serve tempo per analizzare i documenti agli atti con i nostri consulenti”.

Parola al legale

Petrelli, il legale del giovane, risponde anche alle domande di chi si chiede come abbia preso la cosa il giovane americano: “Natale ha appreso oggi dei nuovi atti emersi dalle analisi del Ris che aggravano la sua posizione: le sue impronte digitali sul pannello del controsoffitto nella stanza dell’hotel “Le Meridien a Roma dove era nascosto il coltello con cui è stato ucciso Cerciello Rega e le immagini e i video trovate nel suo telefonino dai carabinieri del Nucleo Investigativo con una grande quantità di armi e droga”. Date le poche possibilità di un provvedimento di scarcerazione, proprio per via delle tantissime prove che lo inchiodano, la difesa di Natale: “Ha rinunciato a proseguire sulla strada del Riesame: evidentemente c’erano elementi consistenti. Le impronte sono state abbastanza rilevanti, ha pesato un po’ tutto. Facciamo terminare l’ottimo lavoro che sta conducendo la Procura“, ha commentato Massimo Ferrando, legale della famiglia Rega. Una famiglia, quella dei Cerciello Rega, che aspetta ancora di conoscere risposta alle tantissime domande che gravano intorno al caso.