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Esplosione Alessandria, confessa il proprietario della cascina: "Sono stato io"

esplosione Alessandria

Confessa il proprietario della cascina di Alessandria, dopo il fermo dei carabinieri. E' l'uomo che ha provocato l'esplosione costata la vita a tre pompieri.

Ha confessato Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina di Alessandria colpita da un’esplosione costata la vita a tre vigili del fuoco. E’ stato il pm Enrico Cieri a confermarlo nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che l’uomo ha specificato che la sua intenzione non era quella di uccidere. Poche decine di minuti prima la conferma della confessione era stata diffusa la notizia di un fermo per l’esplosione nella cascina che causò la morte di 3 vigili del fuoco, il tutto a poche ore dai funerali solenni di Antonino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria. Per esplosione Alessandria è stato fermato un soggetto ritenuto responsabile del rogo che ha ucciso i tre pompieri nella notte tra il 4 e il 5 novembre. Sull’uomo graverebbero le accuse di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie.

Esplosione Alessandria, la confessione

Dagli inquirenti è arrivata la conferma dopo giorni di indagini serrate. E’ Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina di Quargnento, in provincia di Alessandria, la persona che ha provocato l’esplosione costata la vita a tre pompieri. La confessione è arrivata poche decine di minuti dopo il fermo disposto dal pm, nei confronti dell’uomo. “Non avevo intenzione di uccidere”, avrebbe dichiarato Vincenti ai carabinieri dopo l’arresto. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: è ritenuto responsabile di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie per l’esplosione avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 novembre. Secondo quanto emerso nel corso dell’interrogario davanti ai carabinieri del Comando provinciale di Alessandria, Vincenti avrebbe affermato di aver compiuto il gesto al solo scopo di arrecare danni alla cascina e non di ferire o uccidere. Pare infatti che fosse pesantemente indebitato e potrebbe aver compiuto il gesto allo scopo di incassare i soldi dell’assicurazione; si tratterebbe dunque di tentata frode ai danni della compagnia assicurativa. La moglie è indagata a piede libero.

L’esplosione della cascina a Quargnento è costata la vita a tre vigili del fuoco. Altri due pompieri e un carabiniere sono rimasti feriti. Ed è stato proprio il carabiniere Roberto Borlengo a chiamare i soccorsi, mentre sopportava l’immane dolore delle macerie che lentamente lo stavano schiacciando.

“Manda qualcuno perché è esploso tutto. Tutti feriti, tutti quanti”. Comincia così la straziante telefonata di Borlengo ai colleghi. Fatica a stare al telefono, “sto male ve lo dico”. Quindi spiegava: “Io sono sotto qualcosa, non so cosa, sto malissimo. Siamo cotti. Dì di fare in fretta, di mandare delle gru, perché è crollato tutto. Manda qualcuno, ti prego, stanno morendo tutti qua. È esplosa la palazzina, eravamo andati a fare il sopralluogo ed è esplosa. Siamo messi tutti male”. Borlengo è affaticato, chiede insistentemente una gru che li soccorra, dei soccorsi rapidissimi: la situazione è critica.

Non perde lucidità Borlengo, che a un passo da lasciarsi andare dice al collega che sta dall’altra parte del telefono: “Pasquà, se va male digli a miei che gli voglio un mondo di bene. Io sicuramente ho perso un occhio, sto perdendo un sacco di sangue. Ho un piede sotto una maceria. Sto quasi per svenire. Ma vedi te se devo morire così a 31 anni”.

Nelle ultime ore è stata fermata una persona, presunta responsabile dell’accaduto. La notizia è arrivata alle 2.29, nel cuore della notte di sabato 9 novembre. Sulla sua identità viene mantenuto il massimo riserbo anche se stando ad alcune fonti riportate dal Corriere della Sera potrebbe trattarsi del proprietario della cascina. “Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli”, è stato l’appello rivolto dai parenti delle vittime al presidente del Consiglio, presente ai funerali dei 3 vigili del fuoco. “Bisogna capire perché e chi ha fatto questo”, fa eco il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Roberto Marchioni, che non nasconde la “rabbia” dei pompieri di fronte alla tragedia.

Le indagini

Nelle ultime ore e a distanza di pochi giorni dall’esplosione, si è arrivati a un primo risultato. Proseguono le attività “serrate e articolate” dei carabinieri, sotto gli ordini del colonnello Michele Angelo Lorusso. Numerosi gli accertamenti tecnici e gli interrogatori eseguiti finora. Nelle ultime ore è stato ascoltato anche Giovanni Vincenti, proprietario dell’immobile andato distrutto; poco dopo l’uomo ha confessato.

“Non ho informazioni da dare, gli inquirenti stanno facendo accertamenti”, ha detto prima della confessione il figlio di Vincenti, Stefano, contattato al telefono. “Ho assistito all’interrogatorio, non posso dire nulla”, sono state invece le parole del legale Laura Mazzolini. Saputo dell’interrogatorio, anche alcuni cittadini hanno raggiunto gli uffici dell’Arma. In tanti chiedono sia fatta giustizia. Poco dopo il comunicato che informa del fermo di polizia giudiziaria, anche Vincenti ha lasciato la caserma. Con lui c’erano altre due persone, a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta di colore grigio, la cui destinazione non è data a sapere.