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Genova, chiusa la A26. Il procuratore: "Grave stato di degrado"

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Il procuratore capo di Genova ha dichiarato: "Era come se in un balcone la soletta sottostante fosse completamente sgretolata".

Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha optato, nella giornata di martedì 26 novembre, per la chiusura di alcuni tratti della A26 a causa dello stato di degrado delle infrastrutture: “Deve essere chiara una cosa: noi non abbiamo preso un provvedimento avventato, ma è stato un provvedimento tempestivo che non poteva essere procrastinato. Non è stata una decisione avventata“.

Genova, chiusa la A26 per stato di degrado

Come ha confermato lo stesso procuratore, lo stato di degrado dei viadotti della A26 non ha permesso di adottare in un momento successivo il provvedimento di chiusura di alcuni tratti stradali, per salvaguardare la tutela degli utenti senza incorrere nel rischio di vivere una nuova tragedia: “Per fare un paragone, su quei viadotti della A26 era come se in un balcone la soletta sottostante fosse completamente sgretolata e la parte sana solo quella piastrellata. I nostri consulenti hanno rilevato ieri un grave stato di degrado che consisteva in una mancanza di cemento che imponeva un controllo sicurezza immediato per pericolo di rovina“.

Non è mancato un attacco di Francesco Cozzi alle autorità competenti, accusate dal procuratore di aver sottovalutato il reale stato di alcune infrastrutture nel capoluogo ligure, già vittima di episodi di cronaca per lo stato di abbandono delle proprie infrastrutture: “Noi non ci sostituiamo a nessuno, alle competenze di nessuno, il nostro compito è casomai di sollecitare gli interventi di competenza di altri. È vero che Aspi ha programmato una serie di interventi anche con società esterne. È in atto un piano di controllo che mi auguro venga seguito anche dal ministero, perché non spetta a noi ma l’impressione che abbiamo avuto, nei mesi scorsi, è quella di una sottovalutazione dello stato delle infrastrutture. Non è compito della Procura verificare se le infrastrutture sono o meno in condizioni di sicurezza e agibilità“.