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Omicidio Sacchi, i soldi erano di Princi: l'accusa dei pm

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Emergono nuovi elementi sull'omicidio Sacchi: nel mirino degli inquirenti sarebbe finito Giovanni Princi.

Continuano ad emergere nuovi elementi in merito all’omicidio di Luca Sacchi, il 24enne morto a Roma, all’esterno di un pub, in circostanze ancora poco chiare. Al momento le indagini vedono coinvolta anche Anastasyia, la fidanzata della vittima, probabilmente al corrente del giro di droga guidato da Giovanni Princi. Proprio su quest’ultimo si starebbero concentrando gli ultimi sospetti dei pm incaricati dell’indagine.

Omicidio Sacchi: le ultime novità

Nello zaino di Anastasiya sono stati ritrovati 70 mila euro, che, con ogni probabilità sarebbero serviti a concludere un affare di droga. Sembra però che non si trattasse di una compravendita isolata, ma di uno dei tanti affari di un giro di sostanze stupefacenti molto più ampio gestito proprio da Princi. Quei 70 mila euro sarebbero infatti potuti raddoppiare piazzando la merce al dettaglio per poi reinvestire nuovamente. Stando a quanto scoperto dai pm, infatti, Giovanni Princi dimostrerebbe una certa dimestichezza nel maneggiare soldi e marijuana.

I sospetti su Giovanni Princi

Già nei mesi precedenti l’omicidio erano emerse attività sospette del 24enne. Un tentativo di acquisto di droga era stato infatti monitorato dalla Polizia nel corso di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli inquirenti avevano intercettato alcune telefonate ed erano arrivati sul luogo dell’incontro tra Princi e il suo pusher Fabio Casale. L’incontro fu interrotto dal blitz degli agenti che però non trovarono droga addosso a nessuno dei tre. Il “fastidioso inconveniente” tuttavia, convinse Casale ad allontanarsi da Princi che si diede quindi da fare per prendere altri contatti: Del Grosso e Pirino, appunto. Furono proprio questi ultimi, il 23 ottobre 2019, ad uccidere Luca Sacchi nel tentativo di non cedere 15 chilogrammi di marijuana e rubare lo zaino con i 70 mila euro.