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Maltrattamenti in famiglia a L'Aquila: 53enne vessava moglie e figlio

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Un 53enne residente in provincia de L'Aquila è stato condannato ai domiciliari con l'accusa di maltrattamenti nei confronti della moglie e del figlio.

Arriva dalla provincia de l’Aquila l’ennesima storia di maltrattamenti in famiglia, questa volta con protagonista un uomo 53enne che da ormai molti anni rendeva la vita un incubo per la moglie e per il figlio minorenne. L’uomo è stato arrestato dai Carabinieri e successivamente condannato alla detenzione domiciliare da parte del gip Marco Billi, che ha accolto al richiesta del pm Guido Cocco nei confronti dell’uomo, residente nel comune di Tornimparte.

Maltrattamenti in famiglia a l’Aquila

Stando a quanto riportato dagli avvocati dell’accusa, l’uomo avrebbe iniziato a maltrattare moglie e figlio fin dal 2014, sottoponendoli a continue pressioni psicologiche e umiliandoli verbalmente con frasi del tipo: “Io vi campo, io vi sfamo, mi avete rotto. Mi costate come un figlio stupido in collegio”.

Nei confronti della moglie era poi riservato il trattamento peggiore, con continue vessazioni e pedinamenti allo scopo di scoprire ogni suo spostamento: “Ringrazia Dio che non ti faccio dormire nella cuccia del cane in garage e ti faccio mangiare seduta a tavola e non per terra nella ciotola del gatto, dovrei farti pulire i pavimenti con la lingua e leccare dove passo. L’uomo inviava alla moglie anche numerosi sms ed e-mail intimidatorie, spesso alla presenza del figlio.

Le violenze sul figlio

Anche il figlio si trovava spesso ad essere vittima degli abusi del padre violento, come durante l’episodio riportato dall’accusa in cui l’uomo avrebbe afferrato il ragazzo per il collo, sbattendolo con forza contro la porta della loro abitazione e procurandogli evidenti ecchimosi sul volto.

In quell’occasione inoltre, il padre avrebbe invitato il figlio ad andarsene se non voleva essere ammazzato. A seguito di questi comportamenti, il Tribunale de L’Aquila ha disposto nei confronti dell’uomo gli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti aggravati.